Perde 35 kg. e il marito la lascia

Perde 35 chili e il marito la lascia: quando cambia l’immagine di sè

Sul web impazza la notizia che Angela Crickmore, 36enne brasiliana residente in Gran Bretagna, abbia perso ben 35 chili in 8 mesi, tuttavia pare che la sua famiglia non abbia accettato il cambiamento e che il marito l’abbia lasciata.
In queste poche righe si nascondono molte domande: come ha fatto Angela a perdere tutti questi chili in poco tempo? Perché la famiglia non ha visto questa come una cosa positiva? E perché addirittura il marito l’ha lasciata?
Per dare una risposta ai quesiti che ci poniamo è necessario fare un passo indietro.
Ognuno di noi nell’arco della sua vita crea un’immagine di sé e si comporta di conseguenza, anche se ovviamente questa non è un’immagine statica ma soggetta a cambiamenti; altrettanto fanno i nostri amici, parenti, conoscenti e colleghi: ci cuciono addosso un’immagine. A volte ce ne rendiamo conto, perchè questa non fa altro che classificarci e darci dei confini e la sentiamo stressa, altre volte è simile all’immagine che noi stessi abbiamo creato e, di conseguenza, l’accettiamo di buon grado; insomma una sorta di “Uno, Nessuno e Centomila” alla Pirandelliana maniera.
Ma cosa succede se un bel giorno la nostra immagine cambia ma quella degli altri rimane la stessa? Molto probabilmente ci imbatteremo in crociate per la rimodellazione condivisa della nostra immagine, processo complesso e spesso fallimentare se il presupposto di partenza è una richiesta di modifica immediata.
Angela perde 35 chili in 8 mesi, un tempo davvero ristretto, anche se effettivamente possibile e non pericoloso per l’organismo che tollera la perdita di circa l’1% del proprio peso corporeo in una settimana. La percezione della sua immagine cambia ed inevitabilmente cambiano alcune modalità comportamentali: “Ho detto a loro che si sarebbero dovuti preparare da soli da mangiare, ma col passare del tempo le cose sono peggiorate e mi hanno dato un ultimatum” dice Angela parlando dei suoi familiari; questa frase riassume un po’ la crociata di cui sopra e volendola tradurre, si può dire: “io cambio da sola, non vi voglio nel mio cambiamento” questo è il momento in cui il cambiamento di un individuo viene visto e vissuto in modo negativo, soprattutto se questo è inserito in un contesto sociale, quale può essere la propria famiglia. Viene imposta una modifica che inevitabilmente porta ad un ultimatum, anche se basta riflettere per capire che l’ultimatum ricevuto è solo una conseguenza di quello avanzato inizialmente: “Io non preparo più da mangiare per voi”.
La modalità più sana sarebbe stata quella di condividere il cambiamento continuando a preparare il cibo, qualora questa fosse stata sua abitudine, parlando e condividendo i nuovi bisogni (cibo più sano, quantità inferiori, maggiore attività fisica, etc…); questo avrebbe portato ad un compromesso, un processo più lungo e complesso rispetto all’imporre un cambiamento, ma sicuramente molto più efficace.
Quindi Angela ha certamente il diritto di esprimere il suo dissenso e l’essere amareggiata vista la situazione in cui si è trovata, ha perso del peso e degli affetti ma chissà, forse quegli affetti erano un peso.

Dott.ssa Diletta De Toma
Psicologa

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