Digitale terrestre: rischio cambio forzato di televisore o decoder per le famiglie

Digitale terrestre: rischio cambio forzato di televisore o decoder per le famiglie

Fra poco le famiglie italiane potrebbero trovarsi davanti una scelta obbligata: comprare un nuovo televisore oppure un nuovo decoder per ricevere il segnale del digitale terrestre. Entro il 2020, prevede la Commissione europea, dovranno essere assegnate nuove frequenze televisive basate su un nuovo formato (si chiama DVBT-2) e questo potrebbe costringere a un cambio forzato di apparecchio tv o quantomeno di decoder. Con una spesa che potrebbe arrivare a 350 euro.

digitale-terrestreUna nuova assegnazione delle frequenze, voluta dall’Europa e da realizzare entro il 2020, rischia di obbligare i consumatori a cambiare televisore o a installare il decoder per continuare a ricevere il segnale del digitale terrestre. Come anticipa un articolo de La Repubblica, entro il 2020 (in anticipo rispetto alle previsioni originarie che parlavano del 2022) si dovrà comprare un nuovo televisore o un nuovo decoder esterno per vedere i canali del digitale terrestre: “La novità, non proprio piacevole, è illustrata da due documenti parlamentari, delle Commissioni Telecomunicazioni di Senato e Camera- si legge su La Repubblica – I due pareri spiegano che le emittenti italiane (Rai, Mediaset, La7 e le altre) saranno costrette a cambiare la tecnica di trasmissione del loro segnale televisivo. Dovranno adottare, cioè , il digitale terrestre di seconda generazione (DVB-T2) ed eventualmente un software che comprime questo segnale (si chiama HEVC). Di conseguenza, le famiglie non avranno scelta e acquisteranno un apparecchio tv o un decoder esterno anch’essi di seconda generazione, pena l’oscuramento dei canali”. Il tutto per la decisione della Commissione europea di “mettere ordine nell’etere” e di anticipare la scadenza che era stata prevista al 2022.

Questo avrà conseguenze sulle famiglie, che dovranno aprire i cordoni della borsa. Quanto spenderanno? Per l’Adoc una cifra compresa fra 150 euro e 350 euro. Una previsione che non piace affatto all’associazione, considerato che solo qualche anno fa ci fu il caotico passaggio al digitale terrestre. “Il Governo eviti in tutti i modi di far rivivere alle famiglie italiane l’incubo, economico e organizzativo, che ci fu con lo switch-off dal segnale analogico al digitale, hanno già pagato dazio una volta – dichiara Roberto Tascini, presidente dell’Adoc – e continuano a pagarlo, dato che ancora ad anni di distanza il segnale del digitale terrestre risulta spesso basso o assente, con intere porzioni del Paese impossibilitate a vedere alcuni canali, siano essi Rai, Mediaset o altri. Ora, con l’imposizione del nuovo formato DVBT-2 e la nuova assegnazione di frequenze c’è il rischio, concreto, che il “balletto delle televisioni” ricominci, con milioni di famiglie italiane obbligate di nuovo a mettere al mano al portafogli per aggiornare i propri apparecchi televisivi o ad installare un nuovo decoder”.

La spesa prevista? Fino a 350 euro, calcola l’associazione.  “Con lo switch-off la spesa media si attestò sui 120-150 euro, oggi la spesa minima per l’acquisto di almeno un televisore e di un decoder risulterebbe di 150 euro, ma ipotizziamo che la media più vicina alla realtà possa essere di circa 300-350 euro – spiega Tascini –Le famiglie di consumatori sono già alle prese con la confusione legata al cambio di normativa del canone Rai, è assolutamente da evitare di caricarle di altre incombenze. Chiediamo pertanto a Governo e Agcom di prevedere soluzioni a basso impatto, come messe in atto nella vicina Francia, dove si è deciso di mantenere l’attuale formato DVBT e di modificare lo standard di trasmissione da Mpeg-2 a Mpeg-4, in modo da consentire alla quasi totalità delle famiglie di non spendere soldi per l’adeguamento delle proprie televisioni. Oppure si prevedano forti incentivi per l’acquisto di nuovi televisori e decoder, che permettano ai consumatori di risparmiare almeno la metà delle spese ipotizzate.”

fonte: helpconsumatori.it

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