Un Golem privo di forma

Un Golem privo di forma

Nato dall’unificazione alquanto laboriosa dei DS con la Margherita, era sorto come il tentativo di mettere insieme quanto restava delle antiche culture di ispirazione comunista e della sinistra dossettiana e di scampoli morotei e basisti della DC: da D’Alema alla Rosy Bindi, da Bersani e i sindacalisti della CGIL a Franco Marini e il giovane Franceschini ex DC.

Ne è derivata una fusione complessa e disarticolata tradottasi in una lega assai fragile in cui non sono più riconoscibili nemmeno le più lontane tracce delle antiche culture d’origine.

Il collante prevalente di quella fusione era rappresentato soprattutto dall’antiberlusconismo coltivato nel ventennio (1994-2013) dell’egemonia del Cavaliere, contrastata e combattuta in tutti i modi dai diversi versanti nei quali sopravvivevano le casematte ex PCI e DC: dalla presidenza della Repubblica Scalfaro, primo strenuo oppositore di Berlusconi, dopo la sconfitta della “gioiosa macchina da guerra” occhettiana, alle inchieste di cronometrica precisione politica avviate da alcune magistrature inquirenti amiche e alle puntuali manifestazioni sindacali attivate nei momenti topici di quell’infelice esperienza di governo.

Il progressivo distacco dall’antica cultura togliattiana e berlingueriana degli ex PCI, con il prevalere delle posizioni più laiciste e radicaleggianti, che furono assai ben evidenziate da Augusto Del Noce, da un lato, e la dominanza negli ex DC della cultura dei “ cattolici adulti” alla Prodi –Bindi, con le sconfitte progressivamente accumulate, seppur con esiti alternativi, nel ventennio berlusconiano, hanno finito col creare le condizioni dell’emergere della nuova cultura vincente della rottamazione del “giovin signore fiorentino”.

Un partito, il PD, che, con il progressivo affermarsi a livello internazionale dei poteri finanziari del turbo-capitalismo e il venir meno dei fondamentali etico politici delle sue componenti originarie, ha finito con l’assumere sempre di più il ruolo di strumento docile ed efficace per soddisfare le esigenze e gli obiettivi della finanza ormai dominatrice di economia e politica.

Un partito totalmente estraneo dalle proprie radici che, solo una provincialissima vulgata continua a connotarlo come partito di centro sinistra, dato che nella realtà, dal “golpe blanco” del Novembre 2011 con la defenestrazione violenta del Cavaliere per opera di una congiura dei poteri forti avallata dai comportamenti di un consenziente Presidente della Repubblica, Napolitano, ai successivi governi “tecnici” dei non eletti di Monti prima e Enrico Letta poi, ha finito col diventare l’esecutore acritico di quei poteri.

Ultimo atto di questa triste rappresentazione, la modalità con cui Renzi, preso con procedure assai discutibili il potere interno al PD, è stato elevato al ruolo di capo di un governo che, definirlo “farlocco”, in quanto espressione di un Parlamento di nominati eletti secondo una legge dichiarata incostituzionale, credo sia la qualificazione più esatta della sua natura.

Se alla cultura di ispirazione marxista e comunista e a quella di ispirazione dossettiana e basista DC, subentra il nulla degli amici fiorentini del “ giovin signore” è evidente che ci si trova dinnanzi a un Golem, a “ una massa ancora priva di forma” disponibile a tutti gli usi.

E’ in questo clima di un partito collocato tra i socialisti europei per interpretare, di fatto nel merito, le politiche volute dai poteri finanziari forti americani ed europei, che prende corpo il trasformismo che è la cifra che caratterizza la presente triste stagione politica italiana.

Un trasformismo che giustifica la rottamazione a sinistra dei D’Alema e Bersani, la liquidazione del ruolo di mediazione dei sindacati amici o distanti, le scelte progressive contro i ceti e le classi popolari, sino all’attacco violento con procedure illegittime della stessa Carta costituzionale con il progressivo annullamento della sovranità popolare.

Se poi, come è avvenuto nelle ultime ore, il governo sembra ridursi a un provincialissimo comitato d’affari impegnato a difendere le botteghe familiari di alcune ministre, inconsapevoli marionette al servizio dei poteri del finanz-capitalismo dominante, bastano le riserve amiche degli ultimi mohicani di area popolare e le truppe mercenarie di Verdini per sopravvivere.

E’ sufficiente richiedere e ottenere le immediate le dimissioni della ministra Guidi, come già al povero Lupi, con l’intento di preservare intatta l’intoccabile Boschi di Castiglion Fibocchi, e se le opposizioni con il Movimento Cinque Stelle e la Lega presentano la mozione di sfiducia al governo, è sempre pronto l’arrogante renziano di turno a sentenziare con certezza che, non importa, tanto “ la mozione sarà come sempre respinta”.

E’ una situazione intollerabile per la quale chiediamo al Presidente Mattarella: sei ci sei batti un colpo! Noi democratici cristiani non pentiti insieme a tutti gli autentici democratici italiani non ne possiamo più. Continuare in questa situazione di vilipendio della sovranità popolare non é più tollerabile.

Ettore Bonalberti
www.alefpopolaritaliani.eu
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Venezia. 1 Aprile 2016

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