Privilegi delle hostess, prepensionamento 7 anni prima

Con una norma che concede ai Piloti e assistenti di volo di andare in pensione 7 anni prima, rispetto alla totalità dei lavoratori, il Governo da decenni prosegue inutilmente l’accanimento terapeutico a spese dei contribuenti per tenere in vita l’Alitalia.

Una compagnia aerea che non è più tale, ma che è diventata un’azienda decotta e marginale nel mercato.

Protetta e garantita da politica e sindacati che hanno paura di tagliare definitivamente il cordone ombelicale con i comodi sussidi dello Stato. Sussidi iniqui e cospicui (7,5 mld in 20 anni) come il fondo di solidarietà pagato da una tassa sui passeggeri, prestiti ponte durevoli, cassa integrazione d’oro, che in questi anni sono diventati l’obiettivo prevalente dei sindacati confederali che, così facendo, si sono allontanati sempre più dai lavoratori meno abbienti, dai precari e dai disoccupati.

Mentre la barca Italia fa acqua da tutte le parti, sorprende che il Governo, come i precedenti, rivolga il suo pensiero e le sue poche risorse correnti sempre a categorie protette come i naviganti (piloti e Assistenti di volo) e i suoi investimenti per controllare l’azionariato di Alitalia come annunciato in questi giorni.

Nel provvedimento sulle pensioni per i piloti, il legislatore si è dimenticato di aggiungere il ritiro per legge della licenza di volo per evitare almeno il loro reimpiego presso altre compagnie.

Dario Balotta
presidente ONLIT (Osservatorio Nazionale Liberalizzazioni Infrastrutture e Trasporti).

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