Somma: a Mezzana ferita una gatta

Non sono una novità, putroppo, questi tristi episodi di piccoli criminali che si “divertono” a sparare in questo caso, ma in altri a fare soffrire torturando gli animali:

“Ringrazio a nome della mia famiglia la civilissima persona che in zona mezzana si è divertita a sparare alla mia gatta, le abbiamo trovato dei pallini grazie alle radiografie.
Non sono stati i cacciatori perché il veterinario non ha riconosciuto i segni come tali, non usano armi ad aria compressa e di certo non sarebbe sopravvissuta.
Dato che non va mai troppo oltre la zona del santuario sappiamo che chi lo ha fatto si trova qui. Fatevi un po’ schifo”.

Uno sfogo più che comprensibili sui social, in maniera che arrivi alla persona, o magari anche più di una  che fanno atti incomprensibili, illogici e penalmente perseguibili.

Secondo la Cassazione gli animali sono senzienti,  in una parola: «provano dolore» e infatti esiste un reato: «Chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona una lesione ad un animale ovvero lo sottopone a sevizie o a comportamenti o a fatiche o a lavori insopportabili per le sue caratteristiche ecologiche è punito con la reclusione da tre mesi a un anno o con la multa da 3.000 a 15.000 euro».

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