Un’ora e dieci di attesa per ritirare una raccomandata a Busto Arsizio

Poste Italiane costringe l’utenza a lunghe attese, nonostante i tanto pubblicizzati cambiamenti.

Busto Arsizo, 27 dicembre 2018

Non è passato nemmeno un mese e siamo di nuovo alle prese con Poste Italiane, l’inefficiente servizio da cui dipendiamo. Era il 3 dicembre quando ci lamentammo della coda nella filiale di Poste Italiane di Via Ragazzi del ’99, a Busto Arsizio. Ora è di scena l’Ufficio Centrale di Via Mazzini, dove abbiamo documentato un tempo di attesa di ben un’ora e dieci minuti per il ritiro di una raccomandata e non è nemmeno un record perché, in altri casi, ci sono stati ritardi maggiori.  Sportelli praticamente  tutti aperti come di solito, per cui non sembra esserci l’effetto “ferie natalizie”, la gente presente come al solito ordinatamente seduta e rassegnata. “Oddio un giubbotto giallo”! Ah anche qua qualcuno protesta: No era solo un postino, del resto in Italia i giubbotti gialli, si sa, sono solo quelli dei postini, del personale di servizio e di qualche povero cristo con la macchina in panne sul bordo dell’autostrada. “Poste Italiane Busto Arsizio, tutte le operazioni”uno smiley sorridente di fianco al numero  187, data 27/12/2018 e l’ora di stampa 11.32, questo è quanto si legge sul ticket. Già in questo caso il sistema denuncia le sue carenze, ma se sapete che c’è un tempo di attesa così lungo, e lo sapete perché il sistema ve lo dice, perché non stampate lo smiley imbronciato al posto di quello sorridente, così  uno è preparato  alla shock che alle ore 11.33, un minuto dopo la stampa del ticket, stanno servendo il numero 121 e tu sei il 187.  La volta precedente, sempre alle Poste Centrali di Busto Arsizio, avevamo notato che su quaranta numeri ne saltavano parecchi, anche una buona metà, praticamente veniva servito un utente ogni quattro o cinque numeri vuoti, insospettiti abbiamo chiesto spiegazioni e cosa c’è stato detto: “che molti prendono il numero, poi escono a farsi un caffè o a sbrigare le proprie faccende in zona  per poi rientrare esattamente poco  prima della chiamata elettronica”. La cosa non ci convince molto, inefficienza del sistema o qualcuno fa il furbo. Anche riguardo a questo fatto i dirigenti dovrebbero intervenire con un opportuno addestramento del personale a contatto con il pubblico, diamine, siamo nell’epoca della comunicazione e si comunicano solo “scemenze”. Come è possibile far credere, pur alla sprovveduta e rassegnata utenza, che una ventina di persone sono a farsi gli affari suoi al posto di stare “rigorosamente” in fila.   Nell’attesa, visto che in loco è presente un totem elettronico per le informazioni, ci siamo dedicati, nell’ora e passa di attesa, ad una ricerca, sia sul totem sia in internet, tra i vari documenti leggi, leggine, decreti legge riguardanti la qualità del servizio – insomma la magni eloquente e pomposa “Carta del Servizio Postale Universale” – dove fosse scritto quanto è previsto come tempo massimo di attesa in coda, per usufruire di un servizio da parte della potentissima “lobby” di Poste Italiane. C’è di tutto, tempi di spedizione, giacenza pacchi, tempi di mancata consegna, come fare reclamo ecc. Ma non abbiamo trovato nulla sulla “giacenza in coda” dell’utente postale medio italiano. Possiamo pensare che, mentre i ritardi ferroviari possono essere documentati essendoci un orario stampato a priori, diverso è il caso del servizio ad uno sportello, in quanto non è prevedibile quante persone accederanno.  Ma forse si potrebbero fare delle statistiche con delle medie ponderate o di qual si voglia altro strumento statistico e da lì, chiaramente, spiegare all’utente dopo quanto tempo scatta il “diritto all’incazzatura”, diritto che gli italiani, in genere, sembrano non esercitare sperando che ne so nelle stelle, forse. Di fatto entrati ore 11 e 32, usciti ore 12 e 43, minuto più minuto meno. E poi le chiamano raccomandate. Ma forse  raccomandate e raccomandazioni sono altre, quelle di lasciare che tutto cambi perché nulla cambi ed infatti quanti sistemi informatici in questi anni ha cambiato Poste Italiane,  app , reti wifi, tolto, messo e ritolto transenne negli uffici, per essere sempre al punto di prima.  Avremo qualche spiegazione dalla Direttrice delle Poste Italiane di Busto Arsizio o da altro funzionario o dobbiamo inoltrare l’ennesimo reclamo “Presa per i fondelli 1”, “Presa per i fondelli 2”, “Presa per i fondelli  3”  ecc.  Facciamone una serie televisiva: A ben vedere ne hanno fatte su tutti Mafia, Carabinieri, Polizia, Ospedali, Avvocati, Family, ad essere  proprio pignoli manca quella sulla Polizia Postale. Il  titolo della serie è ovvio : “Il postino suona sempre 2, 3, 4 ecc. volte”. Una serie infinita di suonate.

Gianni Armiraglio

V invitiamo a guardare il 187 e l’ora nei diversi tabelloni elettronici. L’ultimo tabellone riporta l’ora in cui finalmente la raccomandata è stata consegnata e l’operazione conclusa. Dalla chiamata del 187 alla conclusione sono passati altri 5 minuti. Per cui un’ora e dieci di attesa.

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