Cairate, arresto per datore di lavoro:intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro

Minuziose ed articolate indagini del personale in servizio presso l‘Ufficio di Polizia Giudiziaria della Sottosezione Polizia Stradale di Busto Arsizio-Olgiate Olona, “ ha consentito di individuare in capo al menzionato datore di lavoro fondati indizi di colpevolezza in ordine alla sussistenza del reato previsto e punito dall’art. 603 bis C.P., (Intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro), perché impiegava nr.5 lavoratori dipendenti con mansioni di autista, sottoponendoli a condizioni di sfruttamento, approfittando del loro stato di bisogno.

Sono numerose le violazioni su cui lavorando l’Ispettorato:
” In particolare corrispondeva ai lavoratori retribuzioni non in linea alle disposizioni del CCNL e sproporzionate rispetto alla quantità e qualità del lavoro prestato; Reiteratamente violava la normativa in materia di orario di lavoro, riposo e ferie, imponendo agli autisti di guidare gli autoarticolati per moltissime ore consecutive – sino a venti ore consecutive – in contrasto con la disciplina degli orari massimi di guida e dei riposi giornalieri previsti dal vigente Codice della Strada, non disdegnando di ricorrere ad artifici per eludere eventuali controlli di Polizia. Non rispettava la normativa in materia di sicurezza sul lavoro, omettendo del tutto la informazione e formazione dei lavoratori e le necessarie visite mediche. Si poteva accertare che i lavoratori erano costretti a lavorare inoltre con veicoli in pessime condizioni ed obbligati a proseguire il viaggio anche laddove la circostanza di talune anomalie venisse segnalata al datore di lavoro; arrecando in tal modo grave pericolo alla propria incolumità ed a quella degli altri utenti della strada. Con le circostanze aggravanti di aver reclutato più di tre lavoratori e di aver commesso il fatto esponendo i dipendenti sfruttati a situazione di grave pericolo, avuto riguardo alle caratteristiche delle prestazioni da svolgere e delle condizioni di lavoro. Nel corso degli accertamenti è inoltre emerso che per poter operare regolarmente con le società committenti i viaggi di spedizione nazionali, il titolare della Cooperativa di autotrasporto aveva esibito alle menzionate società un falso D.U.R.C. – Documento Unico Regolarità Contributiva, attestante la regolarità contributiva. Si evidenzia che, al fine di impedire l’esatta ricostruzione dei tempi di guida degli autisti, il titolare della Cooperativa aveva (falsamente) denunciato il furto dei dischi cronotachigrafi, in circostanze assolutamente ambigue e ritenute propedeutiche al mascheramento dell’attività illecita, comunque ricostruita nel corso delle investigazioni.”

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