Allarme Ncc. A rischio 200 mila posti di lavoro

Ncc, il Comitato Air si presenta a Milano: “Il Governo punta a farci chiudere tutti, a rischio 200mila posti di lavoro”

La portavoce Pavoletti: “Per lavorare ci chiedono di violare la legge sulla proivacy e sulla libera circolazione”

Milano, 18 febbraio 2019 – “Non c’è nessun progetto se non quello di farci chiudere tutti” così Claudia Pavoletti, Portavoce Comitato AIR – Autonoleggiatori Italiani Riuniti, che riunisce le aziende di trasporto non di linea con conducente, spiega la nuova mobilitazione a cui gli Ncc si stanno preparando.

“Purtroppo – spiega Pavoletti – invece di pensare a come aumentare investimenti e occupazione siamo costretti a pensare a come difenderci per sopravvivere e a evitare che un intero settore che dà lavoro a oltre 200mila persone e garantisce ogni anno lo 0,5% del Pil nazionale non venga costretto a chiudere”.

Il nodo, per gli Ncc, riguarda il Decreto Semplificazione che prevede a loro carico una serie di obblighi che di fatto servono a impedirne l’attività. “Serve che Governo e Parlamento ci ascoltino – aggiunge Pavoletti – e mettano in piedi un tavolo non meramente tecnico ma politico che si ponga finalmente l’obiettivo di rivedere l’intero impianto normativo del settore. Serve cioè una nuova legge sul trasporto pubblico non di linea alla luce delle mutate caratteristiche del mercato e delle nuove esigenze di mobilità dei cittadini”. “Per gli Ncc ad esempio – spiega Pavoletti – con la nuova normativa si rende effettivamente difficile operare liberamente all’interno del territorio nazionale. Un vincolo che è contrario non solo a qualsiasi logica imprenditoriale, ma viola dei principi fondamentali del diritto europeo fra cui la libera circolazione dei cittadini e la libertà che ogni cittadino Ue ha di scegliere il servizio dove e come meglio crede all’interno del mercato unico europeo, qui invece si mettono le barriere fra provincia e provincia in una logica da campanile che è quanto di più arretrato vi possa essere.”

Nell’attesa però gli Ncc chiedono che siano almeno tolte le norme che li stanno soffocando. “Devono toglierci i paletti che ci hanno messo fra le ruote, – chiede Pavoletti – pensiamo all’obbligo di rientrare al deposito dopo il servizio o all’obbligo di compilare un foglio elettronico sui tragitti del cliente. Ci vogliono schedare perché pensano che faremmo i furbetti. Non solo ci offendono gratuitamente ma così ci impongono, per poter lavorare. di violare la legge sulla privacy con tutti i rischi, anche penali, che ciò comporta”.

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