Enel Busto Arsizio non si fa più la coda

Come non fare la fila agli sportelli Enel.

A quanto pare i servizi in Italia, nonostante gli sforzi, restano sempre un po’ approssimativi e, quando poi ci si mette anche il pubblico, può accadere di tutto. Prendiamo il caso dell’ufficio Enel di Busto Arsizio, non nuovo ad aver già avuto l’onore delle cronache, anche se, nel caso odierno, possiamo dire, ispirandoci al gioco del biliardo, che abbia giocato solo  di sponda.  Una solerte signora, penso più che sessantenne entra dopo di me, che avevo appena preso un biglietto di prenotazione e, dopo qualche incertezza, “clikkando” qua e là,  si ritrova un biglietto con la lettera “C”,  il mio aveva la “A”, quindi due file diverse. Penso che la signora abbia premuto il pulsante per la fila preferenziale, disabili e partorienti,  ma vista la notevole incertezza della signora stessa,  mi viene spontaneo chiederle se fosse disabile. “Nemmeno per sogno” –  mi risponde – “partoriente” – beh l’età c’era, ma è anche vero che oggi con i progressi scientifici non si sa mai. Mi guarda male e non mi risponde, anche perché scatta il suo turno ed entra negli uffici. Vediamo un po’ di capire come si svolge la faccenda disabili e partorienti. Mi munisco anch’io di biglietto “C”, anzi di biglietti  “C” perché il pulsante disabili sembra doppio e schiaccio due volte, prendo un altro biglietto “A” per sbaglio e arriva il mio turno.  Mi siedo e mostro il mio biglietto “C” l’impiegata non batte ciglio.  “Scusi come fate a sapere se uno è disabile”  – partoriente non mi sembrava il caso, non abbiamo ancora fatto così tanti progressi  – “non lo sappiamo, comunque non lo possiamo nemmeno chiedere, mica siamo pubblici ufficiali, lo chieda lei in sala di aspetto”. Poi mi guarda e le viene il dubbio che io non sia disabile. Massima preoccupazione : “ Devo annullare i biglietti, lei deve andare dalla mia collega con l’ altro biglietto”. Poi mi riconosce “A lei è quello dell’altra volta, non mi è piaciuto quell’articolo”. Libera di pensarla come vuole, ma una sua collega, che non è quella che poi mi ha servito per altro gentile ed efficiente, poteva anche risparmiarsi la famosa frase ufficiosa di molti, anche troppi, mal funzionanti, pressappochisti uffici italiani al servizio del pubblico: “Scusi, stiamo lavorando”. «L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.» Ecco, appunto  questo volevo sapere se è costituzionale  aumentare la tariffa del metano, dicendoti  però  che ce ne è una più bassa e che, per passare a questa, devi pagare 25 euro. Come appartenente al popolo sovrano suggerirei di modificare, comunque, nell’articolo uno della Costituzione   “sul lavoro” con  sui ”furbetti”,  comprendendo nella categoria sia quelli consci che quelli non consci di esserlo, come  probabilmente la signora di questa storia. Quindi per non fare la fila all’Enel prendere il biglietto disabili e partorienti ecc., lettera “C”, se qualcuno vi dice che state dichiarando il falso rispondete che vi siete sbagliati, tanto a quanto pare nessuno controlla, al limite dovrete fare i conti solo con la vostra coscienza.

Gianni Armiraglio

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *