UN SALOTTO BUONO PER LA TRE VALLI

Leggendo il comunicato del consigliere Angelo Veronesi sulla ormai stranota questione dei bagolari di via Roma, vengono a mente alcuni concetti freudiani come il “ritorno del represso”, o anche detti popolari quali “la lingua batte dove il dente duole” o frasi idiomatiche come “la verità viene sempre a galla”.

Dopo una serie di considerazioni – che condivido –  circa la necessità di eliminare gli alberi che producono gravi danni nel sottosuolo, giunto in prossimità della fine del suo ragionamento ecco emergere il nocciolo della questione fino a quel momento rimasto oscuro: la Tre Valli Varesine.

A prima vista il legame fra i bagolari e la Tre Valli non si coglie. Ma  proprio questa apparente incongruità fa comprendere che la ragione principale dell’intervento era probabilmente questa.  Non tanto, quindi, la sicurezza dei cittadini deambulanti sullo sconnesso, o l’integrità delle cantine o delle tubature. Si trattava di allestire il “salotto buono” per la Tre Valli, manifestazione che in questo modo si conferma particolarmente cara all’ amministrazione saronnese. Tanto più che, come ricorda lo stesso consigliere Veronesi, “si avvicina il centenario della corsa ciclistica”. Non sia mai, dunque, che il parterre de rois presente in città per la storica circostanza posi lo sguardo su radici tracimanti e marciapiedi terremotati: cerchiamo di fare bella figura.

Qualcuno potrebbe ritenere che un intervento così importante starebbe meglio se rientrante in un piano di operazioni più generale, meno legato dunque a una manifestazione. Preferisco concludere questa mia “operazione verità” assicurando che non ho nulla contro la Tre Valli come festa ludico-sportiva, e neanche (ci mancherebbe)  sul fatto che un evento di un certo richiamo produca un indotto di interventi di manutenzione. Solo mi piacerebbe che le ragioni di quanto si fa fossero chiare fin dall’inizio, in modo da non doverle scoprire strada facendo grazie a casuali illuminazioni. Torno a pensare che chi amministra non deve, per timore delle critiche, giocare a rimpiattino con i cittadini. Tanto, una dose di critiche è un dazio che  in ogni caso si deve pagare. Non ricordo quale saggio dell’antichità diceva che “un uomo che piace a tutti è come un vinello dolce di poco pregio”, o qualcosa del genere. Vale per gli uomini, ma anche per le amministrazioni comunali.

Alfonso Indelicato

Consigliere comunale eletto a Saronno

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