Cerro Maggiore: novità sulla morte delle sorelle Agrati

Cerro Maggiore: novità sulla morte delle sorelle Agrati
Cerro Maggiore: novità sulla morte delle sorelle Agrati

La procura, dopo un sopraluogo, cambia la ricostruzione dei fatti e solo uno dei due focolai dell’incendio che ha portato alla morte delle due sorelle, quello innescato al primo piano, sarebbe stato l’origine della tragedia.

Dei due focolai d’incendio solo quello innescato al primo piano dell’abitazione di via Roma, sarebbe stato all’origine del rogo che nella notte tra il 13 e il 14 aprile di quasi quattro anni fa è costato la vita alle sorelle cerresi Carla e Maria Agrati, rispettivamente 70 e 68 anni.
Il 22 marzo il capo della Procura generale di Milano, accompagnata dai carabinieri della stazione di Cerro Maggiore e dai vigili del fuoco, ha effettuato un sopralluogo nell’abitazione dove è avvenuta la tragedia che, nonostante l’immobile non sia più da tempo sotto sequestro, si trova ancora stesse identiche condizioni in cui era al momento dell’incendio e ha rilevato un dettaglio importante a proposito dell’innesco dell’incendio sulla cui natura dolosa non sembrano esserci dubbi.
L’avvocato generale Gatto parlando del suo sopralluogo a Carro Maggiore ha spiegato che la casa non è stata né sistemata né ristrutturata, per cui si è potuto verificare che l’innesco al pianterreno non è salito al piano di sopra e quindi ne consegue che l’incendio degenerato nel rogo letale è stato appiccato al primo piano dove c’erano le camere in cui le sorelle Agrati stavano dormendo.
Nell’abitazione dove è avvenuto il rogo, a parte il periodo del sequestro, ha sempre abitato il fratello maggiore delle due vittime, quel Giuseppe Agrati che da qualche giorno ufficialmente indagato dall’avvocato generale Gatto e dal sostituto procuratore generale di Milano Maria Vittoria Mazza per i reati di omicidio volontario e incendio.
Il 74 enne unico sopravvissuto al rogo in precedenza era indagato solamente per omicidio colposo e, nel corso del sopralluogo di venerdì, la sua abitazione è stata sottoposta a un’approfondita perquisizione.
Le indagini erano state riaperte dopo l’avvocatura del fascicolo da parte della Procura Generale di Milano, su istanza di opposizione presentata da un nipote delle due donne alla richiesta di archiviazione della Procura di Busto Arsizio (Varese).

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