Cina: One belt one road

Cina: One belt one road
Marco Polo

Il mega progetto cinese conosciuto anche come “la via della seta” per collegare Asia Europa e Africa è costituito da una rete di collegamenti infrastrutturali marittimi e terrestri.

Il piano era stato annunciato nel 2013 dal presidente cinese Xi Jnping dovrebbe coinvolgere 68 paesi, più della metà della popolazione mondiale, tre quarti delle riserve energetiche e un terzo del prodotto interno lordo globale e rappresenterebbe il più grande progetto di investimento mai compiuto e pensato prima.
Si tratta di un progetto grandioso da 900 miliardi di dollari per collegare i tre continenti Asia, Africa ed Europa, ma che finirà per interessare la Cina, l’Asia centrale, l’Asia settentrionale, l’Asia occidentale e i paesi e le regioni lungo l’Oceano Indiano e il Mediterraneo.
La strategia cinese sembrerebbe mirare a promuoverne il suo ruolo nelle relazioni commerciali globali, favorendo i flussi di investimenti internazionali e gli sbocchi commerciali per le produzioni cinesi.
Nel 2014 il governo di Pechino aveva lanciato il Silk Road Fund, un fondo da 40 miliardi di dollari per attrarre investimenti esteri. Altri 100 miliardi di dollari potrebbero venire dalla Banca Asiatica d’Investimento per le infrastrutture (AIIB), dotata di un capitale di 100 miliardi di dollari USA, di cui la Cina sarebbe il principale socio, con un impegno pari a 29,8 miliardi e gli altri paesi asiatici (tra cui l’India e la Russia) e dell’Oceania avrebbero altri 45 miliardi (anche l’Italia si è impegnata a sottoscrivere una quota di 2,5 miliardi
I collegamenti previsti dal piano saranno terrestri ferroviari i marittimi e viaggerebbero su tre direttrici che sono considerate la “zona economica della via della seta”: a) da Cina a Europa attraversando Kazakistan, Russia, Polonia verso il Mar Baltico b) lungo la linea Transiberiana c) dalla Cina a Istanbul passando per il Golfo Persico Islamabad e Teheran.

Cina: One belt one road
Cina: One belt one road


Sono previste anche due rote marittime considerate la “via della seta marittima del XXI secolo” che partono dal porto cinese di Fuzhou attraverso l’oceano Indiano e il Mar Rosso fino all’Africa e all’Europa per arrivare fino ai porti italiani del nord-est (Venezia e Trieste per poi proseguire nel resto d’Europa) la prima e, sempre partendo dal porto di Fuzhou verso le Isole del Pacifico la seconda.
L’Italia ha intenzione di aderire al progetto e il 21 marzo, in occasione della visita nel nostro paese del presidente cinese Xi Jnping è prevista la firma di un memorandum d’Intesa.
Gli Stati Uniti fanno pesantemente pressione perché l’Italia non aderisca al progetto, per Trump infatti l’obiettivo cinese non è economico ma geopolitico. Anche l’Unione europea è contraria perché teme che il mega progetto porti alla riduzione del potere negoziale della Comunità con la Cina.

Soma Lombardo 19 marzo 2019

Fabrizio Sbardella

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