Luca Cogoni, Maresciallo dei Carabinieri che si è sparato nell’ufficio del Capitano è morto.

di Giuseppe Criseo

Una storia stupefacente per noi che abbiamo un gran rispetto delle Istituzioni, in particolare l’Arma dei Carabinieri.

Il caso in questione è quello citato dal sito Infodifesa.it: ”
Il Maresciallo Luca Cogoni giunto in ospedale in in condizioni gravissime è spirato questa mattina. Nel silenzio dei media, continua la strage silenziosa degli appartenenti alle Forze di Polizia, numeri che stracciano ogni statistica e che dovrebbero far capire che il problema non è solo di natura familiare o economico, è un malessere più profondo e inascoltato. “

La descrizione del fatto denota la solitudine dei militari e per fortuna che ora è nato un sindacato, tanto da da esserci un numero abnorme di suicidi :
5 casi ogni centomila abitanti, mentre per le Forze dell’Ordine il dato raddoppia arrivando a 9,8 casi ogni centomila appartenenti. 

Fino a poco tempo fa c’era solo l’UNAC, http://www.carabinieri-unione.it/unac/segreterie.php:
L’UNIONE NAZIONALE ARMA CARABINIERI, CULTURALE-ASSISTENZIALE-SINDACALE È L’UNICA ASSOCIAZIONE DI CARABINIERI CHE HA SAPUTO COMBATTERE CONTRO TALE LOBBY ED HA MANTENUTO INTEGRA LA PROPRIA DEDIZIONE, ASSISTENDO AD OGGI OLTRE 50.000 CARABINIERI IN DIFFICOLTÀ.

E’ morto giovedì 7 marzo: il maresciallo Luca Cogoni, 43 anni

il sindacato Siulm, sindacato unitario lavoratori militari, ha lanciato un appello al Gen. Nistri:

“Ci rivolgiamo a Lei dopo l’ennesima notizia di un suicidio di un Carabiniere. Il dolore, il turbamento, la commozione e la preoccupazione per quanto accaduto è grande, anche pensando ai familiari, alla figlia, ai colleghi tutti.

Non ci sono comunicazioni ufficiali, nessun organo di informazione nazionale o sito nazionale, come ormai purtroppo accade da tempo, lo riporta. Come se questi fatti e il tema suicidi siano da mettere sotto il classico tappeto che ormai assume forma non più tale.

Crediamo che il silenzio non aiuti a risolvere i problemi del personale. Si farà un’inchiesta per capire come si possa giungere a questi atti che negli ultimi tempi hanno frequenze per noi inaccettabili?

Che tipo di attività ha svolto o quali problemi aveva, se ne aveva, il maresciallo? Riteniamo che quando accadono casi del genere a carabinieri, servitori dello Stato, in luoghi dello Stato dove si opera e si vive, questi luoghi si debbano ‘aprire’ e non rinchiudere ancor più in silenzi.

Capiamo perfettamente che sono casi drammatici e non facili da affrontare ma crediamo che vanno affrontati con propositi risolutivi e un clima di vero confronto e collaborazione con i sindacati dei militari, composti da militari e carabinieri che possono dare, e secondo noi devono dare, il loro contributo”.

Concorda il sindacato provinciale Sulpm che attraverso il segretario Giovanni Novali dichiara: “Come collega e come sindacalista esprimo il massimo cordoglio ai familiari del collega Francesco Brignone. Come sindacato di categoria condividiamo pienamente le dichiarazioni del sindacato dei carabinieri: basta silenzi”.

Un argomento delicato per la rilevanza istituzionale dell’Arma, in cui vigono regole militari, anche se i tempi cambiano per tutti e se è giusto essere particolarmente rigorosi, vista la delicatezza dei compiti assegnati, bisognerebbe trovare un equilibrio tra rigore e umanità.

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