Schiuma sul Ticino, a cura di Davide Tinti

Guardando al problema dei corsi d’acqua e del loro stato, sia sotto il profilo di volume d’acqua che di stato di salute, si noterà che sono sempre più i fiumi in secca, o addirittura con alveo asciutto; sempre più le denunce su corsi d’acqua avvelenati, di falde inquinate, di specchi d’acqua non balneabili. Rifacendoci alle recenti immagini della schiuma sul Ticino, sui Navigli, è necessario fare un’analisi dell’iter dell’acqua, ossia il percorso dalle nostre abitazioni fino al depuratore, ed allo scarico in natura, sia esso un corso d’acqua, o con sistema di sversamento di diversa natura. I tensioattivi partono dalle attività produttive, e dalle nostre abitazioni. E’ qui che si dovrebbe iniziare, da cosa e da come viene effettuata una semplice lavatrice, o pulizia industriale. I detersivi, i disinfettanti, tutti i prodotti per la pulizia di case ed aziende, portano le acque di fogna ad essere cariche di tensioattivi dannosi. Per comprendere meglio vediamo cosa dice il Centro Nazionale Sostanze Chimiche, prodotti Cosmetici e protezione del Consumatore. “Qualsiasi sostanza organica e/o miscela utilizzato nei detergenti dotato di proprietà tensioattive. Consiste di uno o più gruppi idrofili e di uno o più gruppi idrofobi di natura e dimensioni tali da consentire la diminuzione della tensione superficiale dell’acqua, la formazione di monostrati di spandimento o di assorbimento all’interfaccia acqua/aria, la formazione di emulsioni e/o di microemulsioni e/o la formazione di micelle e l’assorbimento alle interfacce acqua/solido. I tensioattivi, esercitano la loro azione quando sono in soluzione acquosa orientandosi sulle interfacce liquido-gas, liquido-liquido e liquido-solido abbassando la tensione superficiale dell’acqua. La parte idrofila rappresenta quindi il gruppo solubilizzante. I tensioattivi si suddividono in tre classi: Tensioattivi anionici Sono dotati di alta capacità bagnante ed emulsionante. Sono schiumogeni. Sciolgono efficacemente lo sporco Tensioattivi cationici Sono dotati di alta capacità bagnante. Hanno potere battericida in aggiunta al potere detergente. Sono in uso presso ospedali e stabilimenti di acque minerali Tensioattivi non ionici Producono poca schiuma, ma hanno comunque ottimo potere detergente. Sono ottimi emulsionanti perché non hanno carica” Come primo passo si dovrebbe cambiare tipologia di tensioattivi, ed usare quelli con minor impatto ambientale. Cosa non facile, perché quelli più biodegradabili hanno costi superiori. Si dovrebbe drasticamente arrivare verso l’eliminazione del tensioattivo, che sia sintetico o meno, poco importa; l’importante è cercare di ridurre al minimo possibile l’introduzione di rifiuti nell’ecosistema, utilizzando con coscienza tutta la tecnologia, tutta la scienza, che è oggi disponibile. Le forze tecnologiche che si possono mettere in campo sono diverse, e molto efficaci. Un atteggiamento più che positivo sarebbe quello di dotare la popolazione e le attività produttive di una miscela microbatterica, di invenzione giapponese, no OGM, e totalmente in armonia con i principi biologici di questo pianeta. Sono microrganismi sia aerobi, che anaerobi. Gli aerobi per vivere hanno bisogno di ossigeno, gli anaerobi dell’anidride carbonica. Quindi operano in mutuo soccorso, mangiando le molecole indesiderate e scomponendole in prodotti di base digeribili dall’ecosistema, in maniera veloce e sostenibile, sia economicamente, che ecologicamente. Quello che avviene durante il tragitto tra le tubazioni di casa, la fogna, e il depuratore delle acque reflue comunale, è una vera è propria bioreazione. Si crea un bioreattore formato dai tubi che compongono la rete fognaria. La miscela microbatterica rimane stabile di temperatura, grazie alle tubazioni della fogna che sono isolate dagli sbalzi termici, grazie al potere isolante di tubi e terra. La reazione che avviene all’interno del percorso, è una reale predigestione di tutto il materiale fognario, in modo da rendere più semplici le operazioni di depurazione finale. Oltre a diminuire la quantità di fanghi da smaltire, si riducono anche le spese economiche di gestione impianto. Questa è una delle azioni che si potrebbero fare, che unirebbe la partecipazione dei cittadini, all’impegno degli amministratori, verso un comune risultato, la buona gestione. Poi ci sarebbe la possibilità di realizzare sistemi di trattamento acque reflue innovativi. Che non solo garantirebbero un efficienza di risultato eccellente. Con risultati tra: irrisori, ossia sotto le più severe norme ambientali di emissione, e zero residuo prodotto. Prendendo in considerazione ogni aspetto del processo produttivo. Si tratta di impianti che andrebbero a valorizzare il rifiuto, rendendolo nobile, nella produzione di energia elettrica e calore. Di cui sarebbe senz’altro ottima cosa approfondire i contenuti tecnologici, unitamente ai campi di applicazione, mettendo i evidenza i vantaggi derivanti dall’impiego di tale tecnologia, tutta italiana. Al manifestarsi di una problematica ambientale, ci si dovrebbe domandare quale comportamento singolo o collettivo abbia generato problemi ambientali evidenti. Indipendentemente dal responsabile materiale, se il danno si ripercuote su tutta la società, è la società che deve rispondere in tempi accettabili per porre rimedio, perché l’errore di uno non ricada su molti. Normalmente però i problemi legati all’inquinamento sono di origine collettiva. I tensioattivi sono uno dei problemi delle nostre acque di scarico, ci sono molti altre le sostanze critiche. L’ambiente è un aspetto delle vita di cui è impossibile far a meno, è quell’aspetto pratico che ci consente di sopravvivere. Se ci turba la schiuma sui fiumi vuol dire che siamo ancora sani, e che molte sono le cose da completare. Spesso i depuratori non funzionano, per il semplice fatto che sono troppo piccoli per la mole di liquami da trattare, quindi per velocizzare il tutto si perde di efficienza, ma altre volte gli impianti di depurazione delle acque di scarico nemmeno esistono, è relativamente recente la realizzazione del collettore delle acque di scarico di Milano. Si può scrivere di problemi fino ad analizzare e spaccare il capello, oppure è necessario agire, senza che siano leggi o imposizioni a cercare di invertire la rotta. La siccità inoltre amplifica i fenomeni visibili, dovuti all’inquinamento delle acque, poiché tutti gli inquinanti che vengono riversati, sono diluiti in pochissima acqua e la siccità degli ultimi mesi, forse è meglio dire degli ultimi anni, le nevicate che sono sempre più sporadiche e veloci a sciogliersi, non fanno che aumentare le concentrazioni dei veleni, pesticidi, metalli pesanti, thms, ecc .. nessuno escluso. È necessario un punto di vista antitetico a quello attuale, che però tenga molto presente, sia la realtà odierna, sia gli aspetti culturali radicati nel passato che generano abitudini contro l’ecosistema, in modo da poter traghettare verso una nuova cultura, più incline a conoscere i meccanismi che governano l’equilibrio del Pianeta Terra. Ci vorrebbe un corso obbligatorio, come sappiamo leggere e scrivere, si dovrebbe sapere di regole ambientali indiscutibili, indiscutibili quanto il risultato di 1+1. Per informazioni sulle tecnologie Tinti Davide 3888873659 tecnologieverdi@gmail.com Facebook @tecnologieverdi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *