Fallimento della catena Mercatone Uno, appresa da Facebook.

tratto da CASADEGLITALIANI

Trecate, Caltignaga, Pombia, Gravellona Toce e Preglia di Crevoladossola i centri chiusi in Piemonte.

Partita la protesta appena ricevuta la
notizia. Dichiarato il fallimento della Shernon Holding srl, la società
proprietaria di Mercatone Uno.

La situazione del gruppo e’ tragica in tutta
Italia e riguarda ad esempio 123 lavoratori dei punti vendita di San Cesario,
Matino e Surano

“Non c’è stata nessuna comunicazione
ufficiale da parte dell’azienda”, ha spiegato Luca Chierici, segretario della
Filcams di Reggio Emilia. In una nota congiunta con Fisascat Cisl e Uiltucs
Uil, i sindacati hanno poi fatto sapere che “questa notte si è appreso che il
tribunale di Milano ha dichiarato il fallimento della società e i direttori
hanno comunicato ai lavoratori il divieto di accedere ai locali aziendali”.
Risultato: saracinesche chiuse, nessuno ha potuto raggiungere il suo posto.
“C’è un problema serio anche con la clientela – ha aggiunto Chierici – molta
gente si è presentata stamattina nei punti vendita per ritirare merce sulla
quale aveva già versato degli acconti nei giorni scorsi per migliaia di euro”.

C’era stato un incontro al MISE Mise del 18
marzo scorso era stato garantito che tutti i 1.800 dipendenti dei 55 punti
vendita passati a Shernon sarebbero stati riassorbiti dall’amministrazione
straordinaria. “Tuttavia non sappiamo cosa succederà successivamente –
continuano dal sindacato – E’ perciò di massima urgenza convocare un tavolo
imminente con il Mise, l’amministrazione straordinaria, il curatore
fallimentare, per capire cosa succederà”.

Alla riunione del MISE si era visto che la
situazione non era semplice: Il MiSE, le istituzioni territoriali e le OO.SS.
hanno espresso disappunto per l’epilogo dell’incontro. Il tavolo continua a
livello nazionale.

https://www.mise.gov.it/index.php/it/industria40/160-impresa/imprese-difficolta/verbali/2030728-verbale-di-incontro-gruppo-mercatone

E alla fine la drammatica chiusura
«L’azienda, a rischio fallimento, avrebbe inoltre una esposizione debitoria
pari a oltre 94milioni di euro ed entro 30 giorni dovrà presentare al Tribunale
competente un piano industriale che contemperi garanzie per i creditori e
impegni certi di risanamento aziendale. Il tavolo al Mise è aggiornato al 30
maggio; in attesa di conoscere l’esito del Tribunale di Milano, le
rappresentanze sindacali promuoveranno assemblee informative capillari nei
luoghi di lavoro», dicono i sindacati. 

Tutto saltato, lavoratori per strada e
clienti che hanno pagato la merce da chi verranno rimborsati?

Giuseppe Criseo

Presidente

CASADEGLITALIANI

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