Lombardia, residenze sanitarie per disabili e anziani, approvata risoluzione
“Regione Lombardia tuteli le Fondazioni no profit che si occupano di assistenza a persone disabili e anziani, attivandosi per far ridurre la pressione fiscale nei loro confronti.
Pressione fiscali che, negli scorsi anni, è aumentata in maniera decisamente non equa”.
Così Emanuele Monti (Lega), Presidente della III Commissione Sanità e Politiche Sociali di Regione Lombardia, relatore oggi in Aula della Risoluzione “Determinazioni in merito al regime fiscale applicabile agli immobili di proprietà delle Fondazioni/Enti no profit”.
“Il problema nasce di fatto nel 2011 – spiega Monti – anno in cui l’Agenzia delle Entrate, in occasione di variazioni catastali da parte delle Fondazioni, seppur minime e comunque non attinenti al cambio di destinazione d’uso dell’immobile, ha contestato la classificazione catastale B/1 o B/2, emettendo avvisi di accertamento con relativa riclassificazione catastale in D/4, ovvero Case di cura ed ospedali (quando abbiano scopo di lucro).
La classificazione precedente invece era più equa per l’attività che svolgono enti no profit”.
“Nella categoria B/1 rientrano infatti collegi e convitti, educandati, ricoveri, orfanotrofi, ospizi, conventi, seminari, mentre nella categoria B/2 le case di cura e gli ospedali (senza fine di lucro).
In queste due categorie storicamente erano accatastate le Residenze sanitarie assistenziali (RSA), che operano in regime di accreditamento e svolgono le proprie attività nelle unità immobiliari di proprietà delle Fondazioni” sottolinea il Consigliere regionale.
La Risoluzione chiede quindi di “attivarsi presso il Governo e la Conferenza Stato-Regioni e Province” per trovare possibili forme di “detrazione e sgravio fiscale”, ma anche “per ottenere una classificazione catastale omogenea degli immobili, maggiormente favorevole, in considerazione dell’attività di rilevante interesse pubblico svolta a favore di soggetti fragili, eventualmente riconfermando quella precedentemente”.