UN PICCOLO SENTIRE


di Sabrina Conti

“I sentimenti dell’uomo moderno appaiono artefatti, non sono cresciuti come un fiore in cima ad uno stelo ma scattano come molle d’un congegno al tocco di un invisibile padrone”; così scrive Elemire Zolla nel grande testo “Che cos’è la tradizione”.

Sempre più Anima e Cuore sono al servizio di uomini stolti con una buona favella, che riescono, grazie all’indifferenza a primeggiare su sentimenti quali l’Appartenenza e l’Orgoglio degli Avi che, fino a qualche decennio fa, inpermeavano ancora le fiere popolazioni di un’Europa definita Vecchia, per le sue vestigia e per essere stata culla di grandi Imperi e Tradizioni.

Tutto muta e nell’Ignoranza dilagante, l’opportunismo personale tira le fila: complici coloro che, rivestendo cariche istituzionali dovrebbero essere la massima espressione della Grande Civiltà che gli ha dato i natali.
Così non è : il populismo delle masse cerca sempre più spesso figure di basso livello culturale, senza esperienza e dediti al culto del proprio portafoglio. 
Al “grave” si aggiungono “aggravanti” quando colui che riveste la figura di guida spirituale si abbassa alle masse.
Confesso di non avere, seppur passati molti anni, una visione così chiara di Papa Francesco e mi astengo quindi da commentari di massa, ma il Mio Papa è stato indiscutibilmente Wojtyla: un Uomo che sin dalle prime parole ha dimostrato modestia, che ha portato il senso del Credo a livelli inimmaginabili, adattandosi si ai tempi, ma facendo passare tra un sorriso e l’altro, messaggi profondi: ha disintegrato muri, inpedito massacri, unito i giovani, che sono il futuro di questo mondo, sotto Principi sacri, a prescindere dai confini.

Ognuno di noi ha il suo immaginario e lo applica a situazioni a persone: nel mio, cone in quello di molti altri, Giovanni Paolo II è stato il Papa Padre: buono, severo sempre coerente con la storia, guida scomoda anche per i “Grandi del Mondo”.

Un vento ostinato si impossessò del Sagrato e fece danzare le pagine del Libro Sacro, appoggiato sulla bara, sfogliando curioso ogni pagina della Bibbia, così come aveva fatto un Uomo, asceso al Sommo Pontificio, per tutto il suo mandato: in none del Creatore, vivendo su di se’, le sofferenze di ognuno di noi.

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