Fontana abbandona la DC, ma non prima di comunicazioni alla Assemblea

Fontana abbandona la DC, ma non prima di aver convocato la Assemblea dei soci, per il riavvio della macchina del XIX CONGRESSO, sulla richiesta di firme ai sensi degli artt. 20 del codice civile, combinatamene con l’art. 71 dello Statuto.    2.- Pervenuta lettera della Prof.ssa Fiorella De Septis D’Ippolito, volenterosa di tornare in campo. 
________________________________ 
1.- Dichiarazioni di Fontana. Nelle scorse settimane l’On. Sen. Avv. Giovanni Angelo Fontana aveva comunicato in incontri pubblici il suo abbandono della DC, e la volontà di costruire un altro soggetto politico . 
Tuttavia, la decorrenza sarà solo dopo sue “Comunicazioni alla Assemblea dei Soci DC ”, e la contestuale richiesta di “Determinazioni in ordine alla elezione degli Organi Statutari, in particolare in ordine al congresso nazionale”. 
Il nuovo corso va all’incontrario del suo impegno per la DC, nel feb. 2018 a Roma, (con la sua nomina a Presidente Nazionale ai sensi del codice civile, da parte della Assemblea dei soci, convocata con decreto del Tribunale di Roma, che aveva designato il prof. Nino Luciani, quale convocante). 
Quel suo impegno aveva come obiettivo prioritario la ricostruzione degli organi della DC, attraverso un congresso, sulla base dello Statuto. Ma, fin da principio, per lui fu chiara la difficoltà dell’obiettivo, perché lo Statuto aveva a riferimento un ambiente  demografico, economico e sociale molto mutato, rispetto a quello del 1994, anno del presunto scioglimento degli organi della DC. 
Vi sono, poi, elementi (fors’anche più rilevanti, di quelli strutturali) che hanno determinato la sua attuale scelta, di abbandono della DC. 
In Fontana, fin dalla origine del mandato, c’era  il convincimento che la ricostruzione degli organi della DC dovesse essere preceduta da un lungo giro nel mondo cattolico per informarlo degli obiettivi della DC e per identificare ambienti culturali e ideologici, a cui attingere per trarre nuova linfa per dare sostanza valida al nuovo corso della DC.Ma gli elementi raccolti non furono sottoposti al congresso. Su questo tornerò più sotto.


2.- Anomalie del quadro Italiano. C’era già la evidenza, nella storia recente di Italia, che i partiti di nuova costituzione (dopo il 1994), e anche la presunta attuale DC, sono insufficienti sotto gli aspetti culturale e politico, così da indurre il popolo DC a richiamare in campo la vera, grande DC , nascosta nella società civile, per il ruolo di legislatore e di governo. 
Probabilmente, nel fare quel percorso, Egli ha mancato nel darne avviso apertamente ai soci, fin da principio, e avrebbe evitato non poche incomprensioni tra noi. 
In questo quadro ampio, rientrano abche le anomalie del quadro politico italiano, seguite alla distruzione dei grandi partiti storici, nei primi anni ’90, per mano della Magistratura, perchè non ha ancora ritrovato un assetto stabile ed autorevole. 
A questo proposito, non va dimenticato che il disegno della Costituzione del 1948, era intonato al superamento definitivo della dittatura fascista, e al ritorno della democrazia, ma anche al definitivo reinserimento dell’Italia tra le democrazie occidentali europee, e al ruolo dello Stato di diritto quale promotore dei diritti umani di tutti i cittadini, e dello sviluppo economico e sociale, uniformemente nel territorio nazionale. 
Da altra parte, non possono essere dimenticati i grandi traguardi storici, per lo sviluppo economico, conseguiti dall’Italia sotto la guida della DC e dei partiti centristi, negli anni ’50 ; e successivamente, dal 1961, per lo sviluppo economico associatamene ad obiettivi di riequilibrio economico-sociale- territoriale, con in governi centro-sinistra di della DC, allargati al PSI. 
Ma neppure va dimenticato che la democrazia, pur consolidandosi in Italia, non pervenne mai al quel livello di “democrazia compiuta” (propria della alternanza tra i grandi partiti al governo), come disse Aldo Moro, alla base della perenne turbolenza politica e dei grandi fatti corruttivi, per cui la sovranità popolare si trova impotente, non disponendo, di fatto, dello strumento di sostituzione dei partiti al governo con quelli alla opposizione. 
In conclusione, nella fase storica attuale, i nuovi partiti non appaiono ancora avere recuperato i livello di partiti storici  scomparsi, sia pur sorretti dalla UE. 
Per questi motivi ogni giorno di più si levano voci che invocano che si attinga linfa dal mondo cattolico per la ricostruzione di un partito unitario di cattolici e non cattolici (con uguali valori), da cui ottenere i suoi uomini migliori, a servizio dell’Italia. A questo pensava Fontana, come chiodo fisso. 
  
4.- Torno alla esperienza personale di Fontana nella DC. 
La fase conclusiva del suo lavoro (di appello alle varie voci periferiche) doveva concretizzarsi in una verifica politica nel congresso. Ma Fontana si è trovato davanti: 
a) una situazione assolutamente imprevista, quale la richiesta (senza preavviso), da parte di alcuni, di una discontinuità di conduzione del partito e di cambio dell’indirizzo politico, mentre probabilmente egli si attendeva che il suo lungo lavoro esterno fosse valutato. 
Poi, nel corso della attuazione del congresso, si è constatato che il Regolamento congressuale, approvato dalla Assemblea dei Soci il 16 giugno 2018, è stato applicato in modo infedele rispetto allo spirito dello Statuto, che vuole presenti le diverse anime della DC. Ne furono prova una presunta “lista unitaria” e un candidato Segretario “unico”, in violazione del metodo democratico della DC. Questo ha determinato una dittatura, per cui il dissenso è stato punito con la sospensione dal partito. Poi, nel caso del Congresso regionale del Lazio, fu già notorio, durante il congresso, il mancato invito di alcuni aventi diritto a parteciparvi.  
  Infine Fontana ha dovuto prendere atto, dal verbale ufficiale che il congresso (pur se svolto apparentemente con vari interventi), non “fu costituito” legalmente per mancanza di elementi essenziali alla sua costituzione: quali la produzione, alla Presidenza del Congresso, dei verbali dei congressi regionali, essenziali per la prova del diritto di elettorato attivo dei delegati. 
Ne è derivato che l’esercizio successivo delle funzioni da pare del presunto Segretario e del presunto Consiglio Nazionale erano illegittime. In questo senso, le dimissioni di Fontana da Presidente del Consiglio Nazionale erano semplicemente conseguenti a questa illegittimità.CONCLUSIONE. E’ necessario riconvocare il congresso per portarlo a regolare compimento per la nomina organi . E questo è compito di Fontana in base al Regolamento del congresso, nella sua permanente qualità di Presidente della Assemblea dei Soci.L’esercizio di questo compito è essenziale anche per il suo onore.


Se, invece, si dimettesse subito da Presidente della Assemblea dei soci, la DC si ritroverebbe nella stessa posizione del 2016, quando si dovette raccogliere le firme per ottenere l’intervento del Tribunale di Roma). Ma Fontana sente questa responsabilità. 
  Per fare questo egli aveva  due possibilità): 
a) riconvocare la assemblea dei delegati regionali (quelli stessi già eletti per il congresso del 14 ottobre, ma dopo avere sanato quel Lazio); 
b) oppure convocare la Assemblea dei soci, quale organo sovrano. 
Egli ha deciso di riconvocare la Assemblea dei soci, come il modo più aperto per districare la nuova complessa situazione e riportare i soci al XIX congresso. 
5.- Giudizio politico. Come conseguenza dell’esercizio delle funzioni, da parte del presunto nuovo Esecutivo (Segretario Nazionale, Ufficio Politico) , è maturato un giudizio politico molto negativo su di esso, conseguente al totale fallimento della partecipazione alle elezioni europee.Parrebbe che esso abbia fatto le cose talmente male, che il Ministero dell’Interno ha scritto che “questa DC non ha alcun collegamento con la vecchia DC storica”;  e la Corte di Cassazione ha confermato con sentenza.

 _____________________________ 
2.- LA L.ETTERA DI FIORELLA

Buongiorno a tutti cari amici democristiani.Dopo l’ultima assemblea del gennaio 2017 (se la memoria non mi inganna) non ho più partecipato a nessuno dei lavori, nè ho più inteso farlo, essendomi amaramente resa conto che di quanto fossimo lontani dall’idea per la quale facemmo ripartire la DC con la convocazione del congresso 2012.Eravamo entusiasti e, la partecipazione dei 1700 al congresso, ne era una plastica dimostrazione.Ahimè con il trascorrere del tempo hanno prevalso diverse logiche, non più l’amore per il grande e nobile obiettivo, ma le piccole beghe della peggiore DC della “caduta dell’impero”.Le responsabilità sono da individuare in ciascuno di noi, chi per aver continuato a sbandierare discorsi etici fini a se stessi, caduti miseramente alle prime occasioni utili a dimostrarne l’effettiva valenza morale, chi cercando sempre nuovi lidi e nuove interlocuzioni, abbandonando amici che, per esperienza, conoscenza e capacità, costituivano la squadra dell’entusiasmo e della vera rinascita della DC.Incapacità a scegliere, incapacità a tessere alleanze, incapacità a decidere, un’ameba che ha portato oggi alla fine definitiva del nostro progetto 2012.Come sempre Ciriaco De Mita e Paolo Pomicino, stanno dimostrando di essere i più giovani di tutti, con quella voglia, mai sopita, di rimettersi in gioco, comprendendo che il tempo passa e trasforma e, per chi non riesce a stare al passo, rappresenta la obsolescenza dello stesso pensiero, che se non dinamico, diventa anacronistico e fuori dalla storia.Forse il linguaggio di qualcuno scandalizza qualcheduno che si ritiene (impropriamente) al di sopra degli altri, ma purtroppo non sempre si riesce ad esprimere il disappunto con il “fioretto”. Buone vacanze a tutti.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *