Carnage, un nodo alla gola, riflessioni di una giovane

Un bel giorno Confucio disse, “la mia casa è piccola ma le sue finestre si aprono su un mondo infinito.”

A mio parere il filosofo non avrebbe potuto descrivere la casa in modo più azzeccato di così, ovvero un vortice di emozioni nella quale non conta la grandezza in stretto senso fisico, ma delle inesauribili attenzioni che permettono in ogni momento della giornata una sorta di elevazione dal quotidiano; una catarsi dei sentimenti che solo l’intimità del focolare può essere in grado di offrire.

Un sabato mattina, come mio solito, stavo preparando il caffè ed apparecchiando la tavola in vista della colazione (per me è un vero e proprio rituale), essendo sola mi ritrovai a formulare una riflessione: cosa succederebbe se fra le mura domestiche venisse completamente meno l’equilibrio?

Se per una serie di motivazioni al limite del razionale ogni componente della famiglia perdesse completamente il senno della ragione?

In questo caso uno dei miei registi preferiti, Roman Polanski mi è corso in aiuto!

La pellicola in questione è Carnage, un nodo alla gola Hitchcockiano dove il regista isola i suoi protagonisti a bordo di una barca, sopra un’isola inaccessibile.

In un misurato appartamento di Brooklyn due coppie provano a risolvere uno smisurato accidente.

Zachary e Ethan, i loro figli adolescenti, si sono confrontati incivilmente nel parco. Due incisivi rotti dopo, i rispettivi genitori si incontrano per appianare i conflitti adolescenziali e riconciliarne gli animi.

Ricevuti con le migliori intenzioni dai coniugi Longstreet, genitori della parte lesa, i Cowan, legale col vizio del BlackBerry lui, broker finanziario debole di stomaco lei, corrispondono proponimenti e gentilezza.

Almeno fino a quando la nausea della signora Cowan non viene rigettata sui preziosi libri d’arte della signora Longstreet, scrittrice di un solo libro, attivista politica di troppe cause e consorte imbarazzata di un grossista di maniglie e sciacquoni.

L’imprevisto ‘dare di stomaco’ sbriglia le rispettive nature, sospendendo maschere e buone maniere, innescando un’esilarante carneficina dialettica.

Grazie ad un cast stellare (si vedano le performances attoriali strabilianti di Jodie Foster, Kate Winslet, Christoph Waltz,) Polanski mette in scena con ironia cinica e spietata un dramma da camera, tanto feroce quanto estremamente reale, una rappresentazione della non comunicabilità dell’essere umano oramai ridotto a brandelli e in grado di farsi guidare solo dagli animali, come mostra lo smascheramento del medio borghese.

Quello che Polanski mi ha insegnato credo sia probabilmente: attenta con chi fai a pugni, potrebbero esserci delle serie ripercussioni!

Dopo tutto ciò penso di dirigermi verso l’ università, ma mai senza il mio croissant integrale!

Elisa Cherchi

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