Varese. Piantone di Via Veratti, proposte di Bortoluzzi

http://www.fito-consult.it/upload/pdf/archivio/fito-n.94lepiantechecuriamo.pdf

il Professore Minazzi della Università della Insubria ha affrontato con ragioni in linea con quanto avevamo sostenuto, con metodo assolutamente corretto, su La Prealpine di ieri, la questione del che cosa fare dopo l’abbattimento del piantone di via Veratti. Un albero storico racchiude la sua storia nonché quella della città che lo ha ospitato. Sarebbe stato, pertanto, giusto che questo (il piantone) venisse analizzato e studiato da una pluralità di scienziati (esperti di tutte quelle diverse materie che attraverso lo stesso possono essere studiate). Sarebbe poi corretto che dopo ciò, tutti gli studenti varesini possano conoscere e quindi possano poter avere instillata dai docenti una corretta sensibilità, atta a difendere il territorio varesino e le sue ricchezze naturalistiche. Nel citare Popper nonché Cattaneo, Minazzi esplicita e trova ragioni atte a suffragare le proposte sia sue che anche nostre.

Il Comune di Varese, sbalordendoci, ha dimostrato di non avere alcun l’interesse a realizzare tutto ciò ma ha solo pensato di creare piccoli oggetti ovvero di far scolpire grandi statue con parte del tronco.

Cosa sarebbe possibile fare ora?

Ribadiamo quanto precedentemente abbiamo fatto tramite lettera al Sindaco e ad altri: quello di realizzare all’interno degli immobili che saranno recuperati nell’area stazioni, uno spazio dedicato all’esaltazione delle maggiori bellezze varesine È giusto che tutti noi si possa conoscere l’importanza e le peculiarità del verde varesino e così si possano avere gli strumenti adatti a difenderlo.

Il Comune di Varese deve rendere evidenti ai cittadini e ai visitatori le caratteristiche uniche, le primizie, le innumerevoli ricchezze storiche e ambientali del territorio. Confidiamo che, leggendo questa, possa maturare in voi quella visione che abbiamo dimostrato di possedere noi come il Professore Minazzi  e sappia ancora salvare il salvabile. Non accettiamo infatti che il Comune si limiti solo a considerare un semplice rifiuto un albero morto e non come una ricchezza da valorizzare. Occorre costituire uno spazio museale del verde varesino. Desidereremmo, all’uopo, che voi, che leggete la presente, comportandovi come dovrebbero fare rappresentanti di un comune capoluogo di provincia, vogliate contattare i gli esponenti dei comuni e delle comunità montane della provincia di Varese e la stessa Provincia raccogliendo tutte le foto e le relazioni degli alberi vincolati che sono stati segnalati alla Regione Lombardia e allo Stato. Il Comune non può perdere una simile occasione trattando il futuro del Piantone come è stato quello del Castagno di Piazzale Montanari di cui si è perso il ricordo e che è stato lasciato alla libera disposizione di lungimiranti privati.

Sarebbe anche giusto che il Sindaco voglia coinvolgere il nuovo provveditore agli studi che è varesino e quindi sensibile al tema che stiamo affrontando.

Venga convocata la commissione ambiente del Comune di Varese a settembre per poter affrontare la situazione e venir reso palese da parte del Comune il motivo per cui la convenzione non sia stata convocata prima malgrado una nostra richiesta in tal senso.

Il presidente

Arturo Bortoluzzi

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