Lavoro, le imprese faticano a coprire 1 posizione su 4: mancano formazione e orientamento

Nella foto, da sinistra: Pietro Ichino, Linda Gilli, Marco Vitale

In Italia oltre un milione di posti di lavoro (una posizione su quattro) restano scoperti per difficoltà  a reperire la persona adatta. Basta questo dato (dall’€™Indagine Excelsior ‘€“ Unioncamere e Anpal, 2019) per definire la situazione uno scandalo, come ha fatto ieri Pietro Ichino al convegno organizzato da Inaz ‘€œLa formazione efficace come diritto della persona’€. Ciò che non funziona nel nostro Paese sono proprio orientamento e formazione: «Eppure, in un mondo in cui tutto cambia a una velocità  impressionante ‘€“ sottolinea Linda Gilli, presidente e amministratore delegato di Inaz ‘€“ la formazione, che deve essere permanente, funziona come fondamentale fattore di protezione per il mondo del lavoro. Le imprese devono considerarla un investimento fondamentale, mentre i lavoratori stessi non devono sentirsi mai ‘€œarrivati’€, ma devono essere sempre pronti ad accrescere le proprie competenze ».

In Italia solo un diplomato su tre delle scuole tecniche, a due anni dal diploma, fa un lavoro coerente con quanto studiato (Eduscopio, 2018). Secondo Pietro Ichino, che ha fotografato ritardi e mancanze del nostro sistema assieme a Osservatorio Imprese Lavoro Inaz, «In Italia mancano i servizi indispensabili per un passaggio facile dalla scuola al lavoro, dall’€™orientamento al monitoraggio del tasso di coerenza tra formazione impartita e sbocchi occupazionali effettivi, con un gravissimo pregiudizio che pesa sulle attività  manuali ». Come affrontare il problema? Sempre Ichino ha indicato un’€™azione da realizzare subito, cioè monitoraggio e misurazione dell’€™efficacia della formazione, incrociando e confrontando dati oggi frammentati e sparsi. «Un sistema che si è tentato di realizzare con un progetto del 2015 poi bloccato con la bocciatura della riforma costituzionale del 2016 ‘€“ spiega Ichino ‘€“ e che tuttavia potrebbe essere riattivato oggi a partire dalle Regioni ». Fondamentale poi confrontare esperienze reali (come hanno fatto ‘€“ coordinati dall’€™economista Marco Vitale ‘€“ Alberto Grando che ha parlato dell’€™esempio tedesco e Vincenzo Barbaro che ha illustrato il caso Sicilia) e conoscere bene il quadro legislativo, spiegato al convegno dall’€™esperta di Diritto del Lavoro Paola Tradati.

Mentre lo Stato dimostra una grave lentezza nell’€™adottare soluzioni efficaci, il mondo imprenditoriale sperimenta da sè nuove soluzioni. Alla tavola rotonda con le testimonianze di Ali Reza Arabnia (Geico), Emidio Zorzella (Antares Vision) e Luca Altieri (IBM Italia), Linda Gilli ha portato gli esempi concreti di Inaz, società  IT specializzata in soluzioni per il mondo HR, che è alla ricerca di figure difficili da reperire nel mercato del lavoro: consulenti applicativi software, sviluppatori, esperti di elaborazione paghe. «Tutte professionalità  che scuola e università  non formano specificamente per il nostro settore, quello dell’€™amministrazione e gestione del personale ‘€“ spiega Gilli ‘€“ e che quindi abbiamo deciso di formare noi direttamente. Avviando sinergie con le scuole per contattare i ragazzi già  in quarta e quinta superiore, offrendo percorsi mirati con la nostra Academy e stage finalizzati all’€™assunzione, e prevedendo affiancamento e formazione interna permanente in modo da coltivare e accrescere le competenze ». Proseguendo, Gilli ha incluso nel suo intervento una nota positiva: «àˆ vero che le aziende vorrebbero trovarsi persone già  preparate da inserire velocemente; ma è anche vero che formarle ‘€œin casa’€ può essere un vantaggio, perchè il processo di affiancamento arricchisce sia i nuovi entrati, sia i senior, che si scambiano vicendevolmente competenze e idee. Perchè abbiamo parlato di formazione come diritto soggettivo della persona, ma è indispensabile anche un’€™altra cosa: il desiderio di migliorarsi e crescere ».
Ha concluso il convegno Marco Vitale, collegando i temi trattati al contesto socioeconomico e ricordando che «In tante scelte importanti sono coinvolte anche la politica, le istituzioni e, non ultimi, i cittadini e le famiglie ».

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