Il sospetto diventa indizio

Da quando ho cominciato a scrivere, il mio tarlo è stato di poter trattare l’€™incriminazione che colpisce un Giusto. Credendo di aver il Diritto di scrivere un libro come questo, parlando di Silla che traghettò il Potere Giudiziario nelle mani del Senato.

La ‘€œlegge Cossiga’€ ha esteso tale procedura a chi è semplicemente ‘€œsospettato’€ di un reato.

Anche l’€™allungamento della carcerazione preventiva si configura come pena anticipata, pena in assenza di giudizio, che sminuisce l’€™importanza del dibattimento e quindi della difesa. Il rito processuale non ਒€¦ un momento di socializzazione della conoscenza e di formazione di un giudizio collettivo. àˆ invece un momento di spettacolarizzazione di una ‘€œvendetta’€, che per essere legittima, deve essere attuata nei confronti di mostri o di pazzi criminali.

La tagliola che il pubblico ministero frappone, senza neppure tanti sotterfugi, si chiama carcere preventivo e sequestro preventivo”.

Uso della galera e sequestro a fini confessori per inchiodare se stessi o altri complici; cavilli che portano a confondere “la nobiltà  della giustizia con la meschinità  del giustizialismo”.

Il “furore investigativo forza e deforma la prova… Il sospetto diventa indizio e l’indizio diventa prova.. Non serve il colpevole. Basta un colpevole”.

“Sia l’incriminato a provare di essere innocente, di non essere un nemico. Nel dubbio, egli è colpevole. L’onere della prova s’inverte.

Dal 2003 al 2007 lo Stato ha sborsato 213 milioni di euro per risarcire carcerazioni illegittime e sentenze errate. Le statistiche dicono che non accade quasi mai che un organismo di controllo – il Csm o la Corte dei Conti – contesti alla toga «incriminata » il danno erariale dovuto a un suo errore. E ancora. Per recuperare un credito rivolgendosi alla giustizia tricolore occorrono mediamente 1.400 giorni che al debitore costano un 17,6 per cento in più calcolato sul credito da incassare.

4 milioni e mezzo di italiani vittime di errori giudiziari

Sono uomini bagnati. Con il freddo nelle ossa, per sempre. “Sa

come si dice dalle mie partì? Chi è stato bruciato dall’€™acqua calda

ha paura dell’€™acqua fredda”. Le “parti” di Francesco Masala sono

la Calabria e una stanza muta dove ha soggiornato per dieci armi,

scontando una pena più lunga (16 anni) per un omicidio compiuto

da un altro, un criminale con tanto di pedigree. Lui, Masala, nel

novembre del 1985 era un ragazzo che sei mesi prima aveva

messo un mattone nella costruzione del suo futuro, prendendo la

Maturità . Quel mattone divenne cemento, a destra, sinistra, sopra,

sotto. Una porta blindata era il diversivo di quest’€™orizzonte negato.

Pm convoca imputato: «E’€™ pericoloso ». La madre: «Ma è morto due anni fa »

Può essere lenta, la giustizia italiana. E anche incomprensibile, cavillosa, anacronistica, assurda. Talvolta inutile. Succede così di frequente che quasi non ci si preoccupa più. Ma certe volte diventa anche offensiva. Terribilmente capace di provocare dolore. E allora diventa difficile spiegare a chi ci rimane impigliato che siamo in Europa e non in Sudamerica. E che anche se lo sconcerto è autentico, non è il caso di dire che «la giustizia tormenta i morti ».

Tommaso Moro dice: “Io credo che quando gli uomini di stato abbandonano la loro coscienza privata per l’attaccamento ai loro doveri pubblici….essi portano il loro paese diritto verso il caos.”

“Forse voi che pronunciate questa sentenza avete più paura di me che la subisco”‘€¦ Giordano Bruno.

Io nacqui a debellar tre mali estremi: tirannide, sofismi,ipocrisia’€¦. Tommaso Campanella

Purtroppo pochissimi seguono l’€™esempio di Tommaso Campanella, Giordano Bruno e Tommaso Moro.

Mimmo Leonetti

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