Renzi attacca la magistratura e l’Espresso.

di Giuseppe Criseo

Pubblichiamo di seguito la richiesta di rettifica dell’avv. Stefania Cavallaro, precisiamo quanto segue:

Egregio Direttore,
con la presente, in nome e per conto dell’€™avv. Alfredo Romeo e della Romeo Partecipazioni
S.p.A., in persona del legale rapp.te p.t., holding del Gruppo Romeo, sono a richiederLe la
rimozione o la modifica dell’€™articolo on-line di seguito riportato:
‘€œRenzi attacca la magistratura e l’€™Espresso’€
https://archivio.varese-press.it/2019/11/28/renzi-attacca-la-magistratura-e-lespresso/
Le rappresento che nè l’€™avv. Romeo nè alcuna delle società , in qualsiasi modo a lui
collegate o collegabili, hanno ricevuto nei giorni scorsi perquisizioni da parte della Guardia di
Finanza, o da altre forze di polizia giudiziaria, e comunque, mai l’€™avv. Romeo o società  a lui
collegate o collegabili hanno subito accertamenti rispetto alla vicenda ‘€œOpen’€.
Alcun finanziamento è mai stato effettuato in favore della predetta fondazione, mentre,
come noto, una società  del Gruppo Romeo, il 05 novembre 2012, versò euro 60.000,00
all’€™associazione Big Bang.
La intimo, pertanto, alla rimozione immediata del link sopra riportato o alla modifica
delle informazioni in esso contenute, fatto salvo ed impregiudicato il diritto dei miei assistiti ad
adire la competente Autorità  Giudiziaria per il risarcimento dei danni subiti.
Distinti saluti.
(avv. Stefania Cavallaro)

di Giuseppe Criseo

La notizia su Renzi che ha appena lanciato il suo partito, ha calamitato giustamente l’€™attenzione dei media.

Se fondare un partito è decisione della magistratura e non della politica siamo in presenza di un vulnus per la democrazia, afferma Renzi in un lungo post su Facebook.

L’appunto di Renzi a cui seguirà  denuncia contro l’Espresso, è la rivelazione del segreto bancario.

La vicenda nasce da un articolo clamoroso sull’Espresso, in cui si manifestavano dubbi: “ha acquistato la nuova casa a Firenze anche grazie ai soldi ricevuti dalla madre dell’imprenditore Riccardo Maestrelli” e ancora:” Un prestito ricevuto dalla madre di un imprenditore che ha finanziato la fondazione Open, nominato in una società  pubblica durante il governo di cui Matteo Renzi era premier”.

Gli amici lo aiutano, gli fanno un prestito per la villa e Renzi chiarisce con accuse: ” Ho criticato l’€™invasione di campo di due magistrati nella sfera politica e la risposta è la diffusione di miei documenti privati personali. Brivido! Tuttavia non ho segreti. La mia casa, le mie auto, la mia vespa: tutto è perfettamente regolare. Quando ho avuto un prestito, l’€™ho fatto con una scrittura privata e l’€™ho onorato restituendolo in cinque mesi. Guadagno molto bene, non ho niente da nascondere. Ma non vi sembra curioso che uno possa ricevere ‘€œavvertimenti’€ di questo genere?”, verrebbe da dire la miglior difesa è l’attacco.

L’uscita dell’Espresso ha portato giustamente i magistrati ad indagare affidando l’incarico alla GDF, provocando la reazione di Renzi: ” Sulle indagini dei magistrati, noi aspettiamo i processi. Perchè siamo garantisti. Dispiace che si facciano perquisizioni all’€™alba a chi non c’€™entra niente, nemmeno indagato. Ma si vada a processo e vedremo come finirà .”

Renzi si sente sotto attacco? Doveva aspettarselo vista la sua “popolarità ” e importanza a livello politico, e alcune giravolte del personaggio:  se perdo il referendum lascio la politica:

Ci ha ripensato, buon per lui e i suoi elettori…

Da qui, tornando all’argomento introdotto, non possiamo che attendere l’esito giudiziario della vicenda, e precisare che nulla è ancora certo, ma se ci sono dubbi è normale che i magistrati indaghino per verificare se Open (la sua fondazione) sia ‘€œun’€™articolazione di partito‘€ (senza rispettare la normativa sul finanziamento ai partiti) e c’è dell’altro:

appropriazione indebita aggravata, riciclaggio e autoriciclaggio, false comunicazioni sociali. Nel registro degli indagati è finito per finanziamento illecito anche Marco Carrai, amico personale di Renzi. Carrai, come Luca Lotti e Maria Elena Boschi, sedevano nel consiglio di amministrazione dell’€™ente privato chiuso”, cita il Fatto Quotidiano.

Tra i perquisiti citati dal Fatto anche Davide Serra imprenditore amico,  la multinazionale del farmaco Menarini della famiglia Aleotti nelle persone Alberto Giovanni, Lucia e Benedetta Aleotti, ci sono anche le società  dell’€™armatore napoletano Vincenzo Onorato, oltre a quelle che fanno capo all’€™imprenditore napoletano Alfredo Romeo (quello del caso Consip e imputato a Napoli per corruzione), …oltre alla Impresa Pizzarotti di Parma, Getra Power di Marcianise società  elettrica della famiglia Zigon, del gruppo Gavio, concessionario italiano delle autostrade , Garofalo Health Care, società  del settore della sanità  privata e la British American Tobacco.

La carne al fuoco è tanta e non si tratta di cose da poco.

Renzi parla di fango e pizzini. Ma noi sorridiamo e non molliamo di un centimetro.

Andando in fondo ma molto, sarebbe opportuno rivedere la legge sulle fondazioni, poco chiara tanto che il finanziamento pubblico riguarda poco forze politiche, ma quelle che hanno tanto potere hanno tantissimi finanziamenti, allargando a dismisura i cordoni della borsa:

il ddl anticorruzione generico e tanto propagandato

equipara le fondazioni, associazioni e comitati politici ai partiti e movimenti politici.

tutti i politici eletti in assemblee elettive a livello locale negli ultimi 10 anni sembra poter portare il totale delle strutture a numeri difficili da monitorare.

Migliaia di persone e gruppi incontrollabili, uno strumento per finanziare la politica difficilmente controllabile.

Niente di nuovo, ricordate le parole di Craxi

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