La nuova Lega, polemica sul cambiamento tra Callegari, Zaia e Marcato
Hoc non capio , diceva un filologo davanti ad un documento del quale non riusciva a comprendere la possibile traduzione. E qui, il ‘non capisco’, si traduce pari pari al recente congresso della Lega.
Non abbiamo capito una cosa: ma allora, se il governatore Zaia si sbraccia sul Gazzettino per dire che non è cambiato nulla e anzi, è solo qualche dettaglio e qualche limatina qua e là al partito, se Marcato, assessore regionale, si preoccupa su La Nuova Venezia di rassicurare la base dicendo che ‘non è cambiato nulla, anzi, prima i veneti poi gli italiani’, allora ci spieghino perchè è stato fatto in fretta e furia un congresso per dire che non si è autonomisti, che non si punta all’autogoverno ma all’unità nazionale. Allora non serve ‘tranquillizzare’ o minimizzare. O si è di qua, o si è di là . O si sta con la Meloni, o col territorio. O si dice prima i veneti o si dice prima gli italiani, O si lavora per il Nord, o si rappresenta il Sud. Siamo un Paese duale, lo siamo nella cultura, nella politica, nell’economia, nel pil, nel residuo fiscale.
Se non è cambiato niente, allora incazzatevi e diteci perchè non pronunciate più una parola sulle tasse che versiamo e che non tornano più a casa nostra. Fare le rivoluzioni, e andare al potere, col voto, pardon, col sedere dei veneti, non è una gran cosa. Ci vediamo a maggio. Prima di tutto.
Corrado Callegari ‘ Partito dei Veneti, Grande Nord