Amazon distrugge i prodotti invenduti, danni enormi per l’ambiente.

Di Giuseppe Criseo

FILE – In this Sept. 6, 2012 file photo, Amazon founder and CEO Jeff Bezos speaks in Santa Monica, Calif. Bezos plans to buy The Washington Post for $250 million. (AP Photo/Reed Saxon, File)

Un’inchiesta di giornalisti di una tv francese, programma Capital su M6

L’accusa è di avere distrutto 300.000 mila oggetti invenduti in tre mesi, numeri che secondo il sindacato francese CGT arriverebbero a 1 milione.

Buttare via televisori, forni a microonde, ecc. è legale e non avviene a solo in Francia, avviene pure in Italia.

Sentiti i numeri la ministra francese Brune Poirson   annuncia provvedimenti.

Perché avviene tutto ciò? Tenere i prodotti in magazzino ha un costo tanto alto che i fornitori degli oggetti se ne disinteressano, si tratta di 26 euro al metro cubo e che dopo un anno arriva a 1000 euro.

Operazioni legali seppure illogiche e che distruggono lavoro al piccolo commercio oltre a danni incalcolabili all’ambiente, perché si continuano a distruggere risorse naturali e si generano costi per la distruzione.

Stesso problema denunciato in Germania a causa della distruzione di lavatrici, lavastoviglie, telefoni, ecc. e anche in questo caso il ministro competente Jochen Flasbarth aveva parlato di “scandalo”.

La possibilità di usufruire della defiscalizzazione non funziona, eppure è uno strumento creato ad hoc.

Altri paesi interessati? L’Inghilterra, dove Amazon non risponde: ““Quando il nostro giornale – riporta il Daily Mail – ha fatto una serie di domande, incluse quelle relative alla distruzione di prodotti in giacenza nel Regno Unito, l’azienda ha più volte rifiutato di rispondere”.

I costi sono enormi, in Inghilterra sono stati calcolati in 35,5 miliardi di euro.

La possibilità di avere tutto e quasi subito porta a questi eccessi con risvolti drammatici per i lavoratori sfruttati, per le attività che chiudono e il depauperamento dell’ambiente.

Cerchiamo di acquistare quello che non riusciamo a trovare nei nostri negozi e nei tempi normali, onde evitare tanti viaggi aerei, tanti furgoni in giro e personale sottopagato.

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