LA GUERRA DEL SARONNESE DEL 2021 Racconto di fantasia
Poiché
nella primavera del 2020 il sindaco di Saronno aveva vinto, ancorché di
strettissima misura, le elezioni comunali, e poiché essendo al suo secondo e ultimo mandato più
nulla aveva da perdere, ecco che cominciò a dar corpo a quelle decisioni che
prima aveva solo ventilato e mai osato porre davvero in concreto.
Il primo atto della “guerra del saronnese” – guerra per fortuna solo
metaforica, ma accesa e ripiccosa – si ebbe quando il sindaco decise di
applicare un balzello sull’uso della biblioteca gravante su chi fosse residente
in altro comune.
Lungo corso Italia si
cantava in quei giorni un riadattamento di una canzone di tanti anni prima: “Il Lura mormorava calmo e placido al
passaggio/degli studenti il 24 maggio/S’udiva intanto dalle amate sponde, sommesso e
lieve il mormorio dell’onde/
Era un presagio dolce e lusinghiero. Il Lura mormorò/ non entri in
biblioteca lo straniero!” E le strofe, pronunciate nella sala Vanelli con
voce commossa dalla Giunta tutta in piedi, subito comparvero a caratteri cubitali
sulla prima pagina della stampa ufficiale, vale a dire su Saronno7.
La prima reazione venne dal combattivo sindaco di Caronno Pertusella, che
dichiarò in Consiglio con voce stentorea e pause drammatiche: “Rendo noto
alla cittadinanza che come risposta a questa provocazione interdiremo ai
saronnesi l’uso della nostra piscina comunale. Copia dell’ ordinanza è già
stata consegnata agli uffici del comune di Saronno”. E mentre il pubblico
in sala acclamava, fu udito bisbigliare a bassa voce al segretario: “vuol
dire che si accontenteranno della bagnarola di via Miola …”
La graziosa e agguerrita sindachessa di Solaro, dal canto suo, dichiarò alla stampa locale: “Ce ne infischiamo, tanto la nostra biblioteca è molto più bella della loro!”. Pare che poi bofonchiasse, a mezza bocca, qualche commento circa la scarsa attitudine dei leghisti saronnesi ad occuparsi di cultura, settore del quale la biblioteca era parte, e che tale allusione fosse riportata da un informatore al sindaco saronnese. Al che quest’ultimo sembra (ci sono molti “pare” e “sembra” in questa storia) abbia replicato fissando negli occhi l’uno dopo l’altro i suoi assessori, con voce bassa ma minacciosa: “è arrivato il momento di sciogliere il nodo Introini” (con riferimento all’ enclave solarese incistata nel territorio di Saronno). Un silenzio carico di tensione e di repressa eccitazione calò allora nell’ufficio del primo cittadino.
Fu presto informata anche l’Amministrazione di Ceriano Laghetto. Il sindaco e il vicesindaco, che precedentemente erano stati rispettivamente vicesindaco e sindaco, quando ricevettero da un messo la notizia del balzello saronnese si guardarono a lungo con gli occhi spalancati, in silenzio e come pietrificati. E continuarono a guardarsi negli occhi in quella guisa per circa un’ora, fintantoché il messo medesimo non si decise a dare loro dei forti scossoni, ponendo fine allo stato catatonico in cui erano caduti. Questo è tutto ciò che dice la storia quanto a Ceriano.
Analoghe, se non proprio le stesse, furono le reazioni in quel di Uboldo e Gerenzano. La storia altro non dice. Ma dal fatto che la biblioteca continua ad essere frequentata da tutti gli studenti del comprensorio possiamo dedurre che alla fine la ragione prevalse e del paventato balzello, per fortuna, non se ne fece più nulla.
Alfonso Indelicato
Consigliere comunale indipendente eletto a Saronno