L’Italia è un paese per vecchi

l'Italia è un paese per vecchi
l’Italia è un paese per vecchi

Sono inquietanti i dati contenuti nell’annuario statistico italiano 2019 fornito dall’ISTAT. Dei 60.359.546 residenti in Italia al primo gennaio 2019 (le femmine sono in maggioranza), gli stranieri erano 5.255.503 e ogni cento residenti sotto i 15 anni c’è n’erano 173,1 oltre i 65.

I residenti in Italia al 1 ° gennaio 2019 sono 60.359.546 (29.384.766 maschi e 30.974.780 femmine) e sono 124 mila in meno rispetto all’€™inizio del 2018. Di questi gli stranieri sono 5.255.50 (8,7%) con un incremento del 2,2% (+111.000). Il 57,5 per cento del totale degli stranieri risiede al nord dove sono 11 ogni cento abitanti.

Gli stranieri residenti in italia provengono per il 30,1 per cento dalla Comunità  europea, per il 19,9% dall’€™Europa centro-orientale e per il 12,7% dall’€™Africa settentrionale.

I nati vivi nel 2017 sono 439.747 (il che rappresenta il minimo storico dall’Unità  d’Italia) con il quoziente di natalità  che scende a 7,3 nati per 1000 abitanti. Il tasso di fecondità  totale scende a 1,32 figli in media nel 2017 con le donne straniere che si attestano al 1,98 figli in media per donna (nel Nord Italia ogni donna straniera fa in media circa 2,1 figli).

L’Italia alla pari con Cipro e subito dopo Malta è tra i paesi con la più bassa fecondità  della Comunità  Europea e le donne continuano il fenomeno della posticipazione del calendario riproduttivo con l’età  media delle madri che arriva nel 2017 a 31,9 anni.

La speranza di vita nel 2018 si attesta a 80,8 anni per i maschi e 85,2 anni per le femmine e l’Italia grazie al continuo aumento della sopravvivenza nelle età  più avanzate e il costante calo della fecondità  hanno è diventato uno dei paesi più più vecchi al mondo, con 173,1 persone con 65 anni e oltre ogni cento persone con meno di 15 anni al 1 ° gennaio 2019.

Nel corso del 2018 sono stati rilasciati circa 242 mila permessi di soggiorno a cittadini non comunitari (20 mila in meno di quelli del 2017) e la maggior parte di quelli che ne hanno usufruito proviene dai paesi europei (47.839 ingressi, pari al 19,8 per cento), dall’€™Asia meridionale (19,0 per cento) e dall’€™Africa occidentale (18,4 per cento) e oltre il 65 per cento dei beneficiari ha meno di trenta anni.

L’€™età  media della popolazione al 1 ° gennaio 2019, in Italia è pari a 45,4 anni mentre la sola popolazione straniera residente, invece, presenta una struttura per età  molto più giovane, con un’€™età  media pari a 34,8 e con quasi il 40% dei cittadini stranieri che ha un’€™età  compresa tra i 18 ed i 39 anni e circa uno su cinque è minorenne.

Nel 2017 i matrimoni riprendono a diminuire con 191.287 celebrazioni, quasi 12 mila in meno in un anno. Le separazioni legali diminuiscono e passano da 99.611 del 2016 a 98.461 del 2017; i divorzi, dopo il recente aumento dovuto all’€™entrata in vigore del cosiddetto ‘€˜divorzio breve’€™, subiscono una contrazione e si attestano sui 91.629 eventi (7.442 in meno rispetto al 2016).

Le famiglie nel biennio 2017/2018 sono 25 milioni e 700 mila, in crescita di 200 mila rispetto al precedente biennio e di oltre 4 milioni rispetto agli ultimi 20 anni. Sono sempre più numerose, ma sempre più piccole e infatti, il 33,2 per cento sono coppie con figli, in diminuzione, mentre le famiglie unipersonali sono il 33,0 per cento, in costante aumento nel corso degli anni e le famiglie numerose sono scese al 5,3%.

Complessivamente, le famiglie di uno o due componenti rappresentano oltre il 60 per cento del totale, mentre quelle di almeno quattro componenti sono appena il 20,4 per cento. Nord-ovest e Nord-est si caratterizzano per la prevalenza di persone che vivono da sole e per una maggiore concentrazione di coppie senza figli rispetto alla media nazionale.

l’Italia è un paese per vecchi

Il progressivo aumento delle aspettative di vita dalla nascita e la divaricazione tra uomini e donne con queste ultime che hanno aspettati sempre maggiori rischia di portare al collasso il sistema pensionistico come il nostro basato sul sistema a ripartizione ( i contributi ricevuti in un determinato anno sono utilizzati interamente per erogare i trattamenti pensionistici dello stesso anno).

L’indice di vecchiaia (ossia il rapporto percentuale tra la popolazione di 65 anni e oltre e la popolazione di età  0-14 anni) aumenta costantemente e lo stesso vale per l’indice di dipendenza strutturale degli anziani (ossia il rapporto percentuale tra la popolazione di 65 anni e oltre e la popolazione in età  attiva (15-64 anni) e stiamo andando inesorabilmente verso il momento in cui un singolo lavoratore dovrà  versare contributi per pagare le pensioni di due o più anziani.

Fabrizio Sbardella

#lastoriaelamemoria #noncelafaremomaiafarcela #bimbiminkia #foralemanere #lecomiche #à¨unpaesexvecchi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *