Val Formazza, storia della diga di Morasco

A 1815 mt. s.l.m. è stata realizzata, negli anni 1930, la diga di Morasco ( Moraschg nell’idioma locale ). Trattasi di uno sbarramento artificiale che ha dato origine al lago omonimo nell’ Alta Val Formazza. Il progetto fu voluto dalla Società  Edison allo scopo di produrre energia elettrica. Fu necessario, purtroppo, sommergere l’abitato di Morasco, località  di origine Walser,che già  nel momento della costruzione della diga era disabitato nel periodo invernale e popolato solo in estate nel periodo dell’alpeggio in quota. La Diga è di tipo a gravità , arcuata, che forma un raggio di 566 mt.. E’ alta 59 mt. e lunga 564 mt.. Ha un volume di 259.000 mc. , lo sbarramento in calcestruzzo, i due parametri sono in calcestruzzo armato precompresso con spessore di 2 mt. sul parametro di valle e variabile da 2,5 a 5 mt. nel parametro di monte. La Diga è attraversata longitudinalmente da 3 gallerie e, verticalmente, da 2 pozzi di drennaggio. I giunti di dilatazione corrono per tutta la lunghezza dello sbarramento ad una distanza costante di mt. 12. Lo scarico di superficie, in sponda sinistra, è composto da 10 luci di cui una protetta da paratoia. Le luci di sfioro sono larghe 5 mt. e scaricano in uno scivolo che porta le acque a valle. La portata complessiva dello sfioratore di superficie è di 151 mc/s. Lo scarico di fondo è a sezione circolare con diametro di mt. 2,60, la soglia di presa . è a 1772 mt. s.l.m. e la portata massima scaricabile è di 105 mc./s. Lo scarico di fondo ausiliario è costituito da una condotta del diametro di 90 centimetri protetta da una valvola johnson che attraversa lo sbarramento. Questo ultimo scarico ha la portata di 13 mc./s. I Progettisti furono gli ingegneri Piero Marinoni e Claudio Marcello con la collaborazione di Antonio Motta. Del paese sommerso di Morasco,  oggi rimane solo la chiesetta edificata sopra una roccia nelle vicinanze di Riale. Alla Diga lavorarono 1200 operai solo per 4 mesi all’anno a causa delle forti nevicate e delle avverse condizioni climatiche.
Franco Simonetti

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