“LETTERE ALLA PADRE”

 prima presentazione dell’antologia “LETTERE ALLA PADRE” a cura di Anna di Cagno, con prefazione di Michele Neri, (collana Varianti) che si terrà giovedì 6 febbraio alle ore 18.30 alla Libreria Cultora di Milano (via A. Lamarmora 24). Insieme alla curatrice saranno presenti alcuni degli autori. 

Dopo il successo di Lettere alla madre (2018) Anna di Cagno torna in libreria il 23 gennaio con Lettere al padre, raccolta che completa il panorama dei nostri legami originari. A dar voce a questa raccolta dedicata alla figura paterna, ventitré autori tra i più interessanti del panorama editoriale italiano, sia già presenti nella precedente antologia, sia nuovi: Silvia Andreoli, Erica Arosio, Marina Baumgartner, Michaela K. Bellisario, Fioly Bocca, Annarita Briganti, Simona Castiglione, Fernando Coratelli, Stefano D’Andrea, Manuel Figliolini, Barbara Fiorio, Isa Grassano, Gabriella Kuruvilla, Massimo Laganà, Giorgio Maimone, Paola Mammini, Elena Mearini, Eleonora Molisani, Marco Montemarano, Simona Morani, Vito Ribaudo e Daniela Rossi, oltre alla stessa curatrice Anna di Cagno. Firma della prefazione Michele Neri, giornalista, autore ed esperto di tematiche relazionali ed affettive.

«Questi scritti non parlano soltanto della mancanza o di ciò che non è successo o si è interrotto. Esprimono una ricerca di un suono paterno; non perfetto ma accettabile. – così Michele Neri nella prefazione del libro – Sono un inizio che nasce dalla libertà emersa con la fine della relazione e dei pesanti, sofferti-amati vincoli di sangue. Così diversa dal rapporto con le madri perché c’è un punto in cui il padre finisce e figlio o figlia possono cominciare».

Anche in questo volume il sentimentalismo lascia spazio alla scrittura, e a quella sua capacità di arrivare là dove gli sguardi e i gesti non bastano. Ed ecco allora che tra fiction e realtà, tra amarcord e invenzioni si apre lo spazio di un legame che sfugge alla biologia e si fa parola. Ogni brano racconta uno spazio privato, personale, capace di diventare un tratto comune dell’esperienza padre-figlio: la distanza – “Non siamo riusciti a diventare nulla: non intimi, non estranei, non complici, non nemici” (di Cagno) –, il rimpianto “Il respiro si strozza se penso che il telefono, la sera, non squillerà più” (Rossi) –, gli insegnamenti – “Le cose bisogna sapersele guadagnare e gustare. Be’, al tempo non capivo il senso di quell’insegnamento ma ora so quanto mi è stato utile” (Coratelli) –, l’infanzia: “Te la ricordi papà? Era la lettera che, ogni anno, mi facevi trovare vicino alla calza, insieme a una manciata di caramelle, tre mandarini, un limone, una stecca di cioccolata al latte con le nocciole e due pezzetti di carbone” (Grassano).

I padri, prosegue la curatrice, «sono memoria, interpretazione, più parola che carne, cognomi che accompagnano per tutta la vita, che stanno lì a indicare un’appartenenza che non essendo fisica va ricordata. Con loro il rapporto è mediato, secondario nel senso di tardivo, si sviluppa quando abbiamo acquisito almeno delle basiche capacità linguistiche e motorie. E per questo sono sempre un po’ più distanti anche quando presenti e devoti».

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