Sniffa in cella, salvato dalla Polizia Penitenziaria

COMO, DETENUTO SNIFFA GAS IN CELLA: SALVATO DALLA POLIZIA PENITENZIARI. SAPPE: SITUAZIONE ALLARMANTE NEI PENITENZIARI” 

Tragedia sventata, ieri pomeriggio, nel carcere di Como. Gli uomini della Polizia Penitenziaria hanno salvato la vita ad un detenuto che ha rischiato di morire. Ne da notizia il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE, per voce del Segretario regionale della Lombardia Alfonso Greco: “Un detenuto di origine italiana di circa 30 anni, ristretto per reati di droga, furto e altro nel tentativo di sballarsi inalando il gas delle bombolette ha rischiato la vita e solo il tempestivo intervento del personale di polizia penitenziaria di Como ha evitato che la tragedia si consumasse. Il detenuto è stato trasporta d’urgenza presso il nosocomio cittadino ove si è poi ristabilito. Un plauso al lavoro svolto sempre con abnegazione e professionalità dal personale in servizio nel carcere di Como per il quale si auspica un riconoscimento formale da parte dell’Amministrazione penitenziaria”. 

Per Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE, il primo e più rappresentativo dei Baschi Azzurri, “l’uomo ha rischiato la vita dopo avere inalato in cella il gas della bomboletta che legittimamente i detenuti posseggono per cucinarsi e riscaldarsi cibi e bevande. Queste sono le drammatiche conseguenze a cui può portare uno “sballo”. Il grave episodio avvenuto nel carcere di Como, che non ha avuto un tragico epilogo grazie all’attenzione ed alla prontezza del personale di Polizia penitenziaria, riporta drammaticamente d’attualità la grave situazione penitenziaria, specie nel carcere comasco dove i poliziotti penitenziari lavorano sotto organico e ricoprendo più posti di servizio contemporaneamente. E il fatto che l’uomo abbia inalato il gas dalla bomboletta che tutti i reclusi legittimamente detengono per cucinarsi e riscaldarsi cibi e bevande, come prevede il regolamento penitenziario, deve fare seriamente riflettere sulle modalità di utilizzo e di possesso di questi oggetti nelle celle. Ogni detenuto può disporre di queste bombolette di gas, che però spesso servono o come oggetto atto ad offendere contro i poliziotti, come ‘sballo’ inalandone il gas o come veicolo suicidario. Già da tempo, come primo Sindacato della Polizia Penitenziaria, il SAPPE ha sollecitato i vertici del DAP per rivedere il regolamento penitenziario, al fine di organizzare diversamente l’uso e il possesso delle bombolette di gas”.

“Negli ultimi 20 anni le donne e gli uomini della Polizia Penitenziaria hanno sventato, nelle carceri del Paese, più di 21mila tentati suicidi ed impedito che quasi 168mila atti di autolesionismo potessero avere nefaste conseguenze”, conclude Capece. Il SAPPE mette in evidenza che “nel sistema penitenziario lombardo oggi si registrano gravi episodi di violenza ed aggressione ai nostri agenti; le situazioni strutturali sono al collasso; la gestione delle relazioni sindacali e del benessere del personale è ai minimi storici con elevatissima conflittualità sindacale; gli eventi critici sono costanti e continui, come le colluttazioni, i ferimenti, le aggressioni, i tentati suicidi. E questo non garantisce affatto da un lato la certezza della pena detentiva e dall’altro le attività trattamentali di rieducazione del reo”. Da qui il rinnovo dell’invito al Guardasigilli Bonafede di trovare una soluzione urgente ai problemi penitenziari lombardi ed italiani.

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